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Un anno di passaggio

Strano anno, per noi, il 2023 che potremmo anche chiamare anno di passaggio sebbene chiuda due decenni di attività.

Il dato che più balza agli occhi è la riduzione delle uscite discografiche in senso stretto con tre soli titoli: lo splendido esordio come cantautrice di Elisa Ridolfi, l’omaggio collettivo alla Resistenza, premiato con la  Targa Tenco come album a progetto, e un originale ricordo di Gianmaria Testa secondo tre diversi registri espressivi ad opera di Guido Festinese, Paolo Gerbella e Maurizio Logiacco. E non sono mancati anche quest'anno lusinghieri riscontri di pubblico e critica con i numerosi riconoscimenti conseguiti da Patrizia Cirulli, anche nella cinquina dei finalisti per la Targa Tenco in dialetto, obiettivo centrato assieme a Spedino Moffa che, con il suo omaggio a Eugenio Cirese, è anche nei primi cinque dischi dell’anno al Premio Loano, e, ancora, il Premio Cervo assegnato a Claudia Crabuzza e il podio al Lunezia conquistato da Massimo Donno.

A fronte di questa riduzione, un più marcato impegno nei libri con le rilevazioni abruzzesi di Giorgio Nataletti, tra le più antiche raccolte degli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, a cura di Domenico Di Virgilio; il "lucente" lavoro di Tamara Mykhaylyak sulla cromatica varietà dei manufatti antropologici dell'Ucraina tra '700 e '900; la rivisitazione dei repertori tradizionali materani di Damiano D’Ambrosio e dei Cantori Materani, con la curatela di Michele Saponaro; Il Radif di Mirza Abdollah, nella trascrizione di Dariush Talai, eseguito integralmente con l’oud da Pejman Tadayon e, ancora, il racconto di come la musica possa essere veicolo ed alimento di più vaste ambizioni, sogni e utopie con i 30anni di Tetes de bois ricostruiti con voluta “leggerezza” da Massimo Pasquini.  Su altri versanti, ben tre titoli per la collana “Come suona la Toscana” diretta da Maurizio Agamennone: una riflessione collettiva sulla musica in tempi di pandemia, a cura di Antonella Dicuonzo, Francesco Giomi e Ludovico Peroni; una meticolosa e appassionata ricostruzione dei 30 anni di vita di Tempo Reale ad opera di Giulia Sarno e la raccolta di numerosi e in gran parte inediti interventi pubblici di Piero Farulli a cura di Gregorio Moppi. Un riuscito incontro tra studio e spettacolo è l’iniziativa editoriale attorno alla seconda vita di Lucio Battisti, fortemente voluta da Francesco Paracchini, direttore de L’isola che non c’era: la densa e godibilissima prosa critica di Andrea Podestà si è incrociata con l’estro musicale di Marco Sabiu e le straordinarie capacità interpretative di Gabriele Graziani in un libro con allegato CD all’insegna di un riuscito incontro tra studio e animazione, ricerca e spettacolo.

Una novità assoluta, la collana di narrativa Carte di musica per la quale non potevamo augurarci avvio migliore dell’esordio letterario di un cantautore di lungo corso e grandissimo valore come  Pippo Pollina del quale abbiamo molto apprezzato anche la dedizione a quanto esprime e racconta in musica e in prosa: venticinque incontri, da Palermo a Bolzano, promossi d’intesa con Storie di Note, con consensi e apprezzamenti entusiastici e la vendita di circa la metà della tiratura, mentre la distribuzione del libro si è avviata con i tempi forzatamente “rilassati” di un piccolo editore.

Ad accompagnarci in questi mesi anche i quattro numeri della rivista Awand con il loro carico di meraviglia e bellezza di cui possiamo però menare poco vanto essendo tutta farina di quel sacco ampio di inventiva e impegno di Antonio Cornacchia.

Mesi purtroppo segnati anche da dolorose perdite come in particolare quelle di due grandi maestri come Otello Profazio e Sergio Staino, che molto hanno dato, su versanti diversi, alla nostra casa editrice e tantissimo alla cultura italiana e speriamo che molto si possa fare ora per  ricordarne al meglio le persone e le opere. 

Un anno di passaggio, il 2023, che chiude anche i nostri primi vent’anni di attività lungo i quali è andato progressivamente definendosi il nostro progetto culturale che resta comunque aperto ad ogni possibile correzione di rotta: un traguardo, quello dei venti anni, che forse merita di essere festeggiato come in qualche modo cercheremo di fare nel corso del 2024.

Per il momento non ci resta che ringraziare tutti i nostri autori, per la fiducia che ci hanno accordato e rinnovato, e quanti dietro le quinte hanno lavorato -dalla grafica all’ufficio stampa, dall'amministrazione al webmaster-  perché la loro fiducia non risultasse mal riposta.

Un ringraziamento molto sentito e per nulla ruffiano, infine, ai lettori che con il loro sostegno continuano a garantirci una navigazione del tutto libera attorno ai nostri interessi e comuni passioni.