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Massimo Donno 

Viva il re!

contiene cd 

2017, € 18 formato 14x14,  72 pp. a colori,  31 foto in b/n

 

In offerta con il 5% di sconto

€18.00
€17.10

Un’immersione nelle atmosfere magiche delle musiche per banda, ricostruite sulla base di ricordi personali e delle testimonianze di alcuni dei suoi attuali protagonisti ed offerte allo sguardo in fotografie di grande impatto emotivo, a mo’ di viatico e introduzione al tentativo di ravvivare in musica, con l’incanto di quei suoni e la magia di quelle stesse atmosfere, le trame di una rinnovata canzone d’autore che assume così insolite e affascinanti modulazioni.

La banda, del resto, è uno strumento versatile, antico e moderno allo stesso tempo, che resiste tenacemente ad ogni tentativo di omologazione e si rivela ogni volta capace di rinnovare la sua misteriosa vocazione alla magia, tra divise e colori, processioni e santi patroni, imbonitori di piazza e bancarelle addobbate a festa.

Con la complicità della Banda de Lu Mbroia e di altri splendidi musicisti, tra i quali un’ispirata Lucilla Galeazzi e un clarinettista di fama come Gabriele Mirabassi, Massimo Donno dà così un ritmo insolito alla sua ispirazione, prendendo in prestito parole e fiato da una plurisecolare cultura musicale, ancora oggi molto viva nella sua terra, il Salento, in brani che rimandano allo stesso tempo a una prestigiosa storia d’autore, da Ho visto un re di Dario Fo e Enzo Jannacci a Federico Fellini, esplicitamente omaggiato nel secondo brano.

Fotografie di Daniele Corriciati, arrangiamenti di Emanuele Coluccia e interventi, in punta di penna, di Battista Lena, Rita Botto, Fernando Coricciati, Pino Minafra, Livio Minafra, Lucilla Galeazzi, Gabriele Mirabassi, Gioacchino Palma e Mirko Menna.

Una coproduzione Squilibri-Visage Music

 

 

 

Donno


Musicista e cantautore, Massimo Donno si divide da tempo tra scrittura, musica e teatro. Viva il re! È il suo terzo album 

 

 

 Un album con le radici nel Salento, dal linguaggio ai colori, e che riconosce un patrimonio fondante proprio nelle bande di paese. La regia del videoclip è di Fabrizio Lecce (Medtfilm) che, spiega, ha voluto "ricreare la scena di un regno naturale popolata da personaggi come il cantastorie/menestrello e il maestro d'orchestra/contadino alternata allo studio dove la banda incide il brano" Antonella Gaeta, La Repubblica 

un lavoro di grande fascino e suggestione nel quale la banda arricchisce di nuove atmosfere, colori sonori e ritmici le composizioni di Massimo Donno, facendo emergere sfumature poetiche nuove (...) un lavoro pregevolissimo che ha il pregio di svelare una dimensione del tutto nuova della banda nel suo incontro con la canzone d'autore  Salvatore Esposito, Blogfoolk 

Il tono globale è insieme elegante ed evocativo, con prologhi generalmente più preziosi che preludono all'ingresso del corpo bandistico, per un disco a suo modo lui pure “facile” ma bellissimo, di estremo buon gusto. Docile e ruspante insieme Alberto Bazzurro, L'isola che non c'era 

Il risultato è piacevolmente retrò e decisamente indovinato. Merito anche degli inserti di un Mirabassi che ha abbracciato il progetto valorizzandolo con sapiente garbo e di Lucilla Galeazzi che fa sua la splendida "Roma (F. Fellini)", brano che ha il respiro del classico Alberto Marchetti, Vinile 

Si  può dire che le cose funzionano meglio con i temi segnati da maggiore dinamismo (la title track, Tienimi la mano, Amore e marchette, De profundis), quelli cioè che consentono alla banda (sostanziata da strumentisti provenienti da varie formazioni pugliesi- di prendere con decisione il volo  Piercarlo Poggio, Blow up  

 Gran bel lavoro musicale e gran libretto interno a parlare di bande musicali di ieri e di oggi e non solo ... con la consueta cura dei dischi/libri sfornati di Squi[libri] qui in coppia con Visage Music, un bel lavoro curatissimo Il Blog dell'Alligatore 

Massimo Donno istruisce un canzoniere a beneficio della Banda de Lu Mbroia. Il risultato è strabiliante. Il libretto del cd aggiungere storia alla storia Fabio Francione, Il cittadino di Lodi 

Dietro una copertina che fa il verso a "Sgt Pepper", in un'edizione estremamente curata come consuetudine in casa Squilibri, si nasconde un cantautore, Massimo Donno, figlio illegittimo della scuola genovese, animato da un forte senso delle radici e illuminato da una visione progettuale limpidaAlessandro Hellmann, Musicmag.com 

Un'autentica festa strabordante di fiati e ottoni, allegra fanfara portatrice sana di arie bandistiche e popolari (...) Brani condotti in trionfo su una cassarmonica adorna di lucine colorate, durante una festa di paese  Matteo Tangolo, Qui Salento 

Massimo Donno e la sua banda, una banda musicale di venti elementi a suonare questo disco intenso, ricco, stratificato. “Viva il Re!” pezzo messo in testa, è un chiaro omaggio a Dario Fo e alla sua mitica “Ho visto un Re”, solo che ora il re, per Donno, sono i social, felici di vederci distratti e felici idioti a condividere le nostre povere vite. Una riflessione forte, da cantautore classico pensante, condita di fiati e invettive. Maestoso è il pezzo seguente “Roma (F.Fellini)” cantato a due voci con Lucilla Galeazzi​ Smemoranda.it 

Il progetto collettivo di Massimo Donno con la Banda de lu Mbroia, tra i migliori dischi del 2017, tra banda popolare e canzone d'autore (...) le intelligenti canzoni  neo folk di Massimo Donno, in bilico esatto tra sostanziosi appoggi alla “tradizione”, inventiva a tutto campo, e ricerca di un common ground, una zona comune che possa far da ponte tra situazioni musicali diverse Guido Festinese, Il giornale della musica 

Ce sont des chansons sereines , qui crient "Vive le roi!" et qui évoquent l'amour, le mariage et la mort, comme une tentative de relier les fetes du passé aux chansons actuelles Le Canard Folk 

Viva il Re! non è solo un disco, è molto di più, è un “progetto culturale” che parte da un “progetto sociale” di condivisione della musica tra Donno e La Banda de Lu Mbroia, grandiosa nel sostenere e dare corpo alle parole delle canzoni che diventano fotogrammi di una strada, di una piazza, di un paese, di una comunità  Andrea Di Renzo, L'isola che non c'era

Si entra da soli nelle chiese e nei teatri, nelle feste di piazza e in quelle di famiglia e si esce insieme, accordati sulle stesse note. La banda per generazioni è stata la prima linea di quel laborioso e ancora mai finito processo di creazione di identità che includeva genti del sud e del nord e le trasformava in nazioni, partendo da una capillare rete di piccole comunità  Gabriele Mirabassi 

La banda è come un vestito colorato e vetusto che profuma di festa e d’un popolo: il Sud Italia. Massimo Donno ha deciso di vestire questi panni: i testi e la voce assumono così allegria e geografia Pino Minafra

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