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Peppe Voltarelli

Planetario   

 Targa Tenco 2021 Miglior Interprete

contiene 7cd 

2021, € 20
Formato 14x14, pp. 48, 15 immagini a colori   

 

In offerta con il 5% di sconto

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 Nomade per vocazione e irrequieto per temperamento, spostandosi di continuo da un continente all’altro, Peppe Voltarelli è diventato un ambasciatore della canzone d’autore nel mondo: numerose le tournées all’estero, dall’America Latina al Canada, innumerevoli le partecipazioni a festival internazionali, molteplici e illustri le collaborazioni avviate nei luoghi in cui si è ritrovato, dalla Spagna a New York, con i suoi dischi pubblicati in diversi paesi, dall’Argentina alla Francia, che spesso hanno anche scalato le classifiche. Non stupisce dunque che, per il suo nuovo disco, Planetario, abbia deciso di misurarsi con i grandi della canzone internazionale, da Jacques Brel a Bob Dylan, da Leo Ferré a Vladimir Vysotskij, offrendo una superba prova delle sue impareggiabili doti di interprete. Ma ciò che rende unico questo suo nuovo cimento discografico, il quinto nella sua carriera da solista, è il fatto che altri giganti del dire in musica cantano assieme a lui, a due voci, i loro brani che acquistano così un sapore del tutto nuovo.

Silvio Rodríguez, il trovatore più celebre e importante dell’America Latina, capace di riempire i grandi stadi delle capitali sudamericane e di esibirsi al Central Park di New York, canta con lui il brano d’apertura del disco, Piccola serenata diurna, già interpretata in Italia da Fiorella Mannoia nella traduzione di Ivano Fossati. Allo stesso modo una star assoluta del mondo ispanofono come Joan Manuel Serrat, già ripreso in Italia da Mina e da Guccini e al quale Gino Paoli ha dedicato un intero disco, interviene in apertura di un suo celebre brano, La saeta. E lo stesso succede con Amancio Prada, già Premio Tenco nel 2010, noto in tutto il mondo per l’eleganza delle sue creazioni, Adriana Varela, da trent’anni regina indiscussa del tango, e Joan Isaac, che interpreta a due voci con Voltarelli il suo brano più famoso, Margalida, dedicata alla compagna di un giovane anarchico garrotato nel 1974 da Franco. Due gli italiani presenti in questo florilegio di grandi canzoni, vale a dire Sergio Endrigo con la sua coraggiosa, per l’epoca, La prima compagnia, e Domenico Modugno, con una canzone tutt’altro che frivola come Musetto: autori ai quali l’ex leader del Parto delle Nuvole Pesanti ha già dedicato diversi spettacoli. Un caso a parte è quello di Luis Eduardo Aute che, assieme a Joan Manuel Serrat e Joaquín Sabina ha formato la grande Trinità della canzone d’autore spagnola. Intenzionato a partecipare al progetto ma impossibilitato a farlo in prima persona perché ammalato di Covid, aveva autorizzato all’uso della sua voce, ripresa da un live tenuto con Silvio Rodriguez.

Ritagliato su misura delle esperienze di vita e di arte del cantautore calabrese ma ideato e avviato in Spagna nel corso di alcuni suoi concerti, Planetario è un progetto ambizioso che, dalla Catalogna, si propone di rinnovare la lezione di Amilcare Rambaldi attorno alla fecondità di un incontro tra artisti di nazionalità diverse. Prodotto da Sergio Secondiano Sacchi e da Danile Caldarini per Cose di Amilcare, muove pertanto in direzione contraria a sovranismi e colonizzazioni musicali e rimanda a una geografia dell’anima che si estende dalle distese di ulivi della Sibaritide ai porti del Nord Europa, supportando artisti e musicisti con traduzioni di straordinaria raffinatezza come, ad esempio, Millenovecenoquarantasette, riuscita trasposizione nella Napoli del dopoguerra di un classico di Joaquín Sabina. A questo disegno Voltarelli fornisce voce e passione, ponendosi al centro di un’escursione collettiva come il suo protagonista ideale per cui si appropria di queste canzoni secondo un proprio codice sentimentale. Allo stesso tempo la versione in catalano di un suo brano, Marinai, affidata a Rusó Sala, suggella la sua originalità anche come autore e si pone allo stesso modo sulla volta semisferica di questo “planetario” dove a muoversi sono le emozioni e i pensieri affidati a una canzone.

Con i dipinti di Anna Corcione e scritti di Sergio Secondiano Sacchi e Laura Lombardi e un racconto dello stesso Voltarelli

 

Peppe TRANI

 
Artista multiforme, capace di cimentarsi con successo in diversi ambiti espressivi, dal romanzo al cinema, Peppe Voltarelli, con Planetario, è al quinto album come solista  

 

 

 

Fuori dalla Superlega della musica fatta di numeri e meriti algoritmici, Peppe Voltarelli gioca sempre più nel ruolo di libero. (...) Il trovat(t)ore e cercatore calabrese duetta con il cubano Silvio Rodriguez, la voce del tango moderno Adriana Varela, gli esponenti della canzone spagnola Amancio Prada, Joan Manuel Serrat, Luis Eduardo Aute, su storie di lavoratori e marinai così dimenticate da sembrare leggende, canti d'amore e di resistenza sia alla dittatura che al tempo Simona Orlando, Il Venerdì di Repubblica 

una mirabile antologia di splendide canzoni, realizzata con sensibilità e acume, capace di comprendere molti di quei sentimenti universali e di restituircene la potenza comunicativa. Si percepiscono gli strappi e le lacerazioni che hanno generato quei canti, le ore insonni e le fiamme ardenti che ne hanno forgiato le melodie, i tagli e i calli e le fatiche che si sono riversati a sutura nella misura delle parole. (...) Uno dei migliori album ascoltati quest’anno, arricchito, nella solita bella confezione Squilibri, dalle opere di rinnovata “arte povera” di Anna Corcione Alberto Marchetti, Vinile

Planetario è una raccolta di perdute bellezze, con un solo pezzo inedito cantato insieme alla bellissima voce di Rusò Sala, in mezzo a perle di Léo Ferré, Domenico Modugno, Joan Manuel Serrat, Jacques Brel e tanti altri. (...) Ascoltando le canzoni del disco c’è una sensazione di bellezza perduta, perché oggi canzoni così non se ne fanno più Gino Castaldo, Repubblica

Un disco di altri tempi sia per il repertorio scelto che per gli arrangiamenti. Bellissimo il digipak, come tutti quelli di Squi[libri], realizzato con le opere dell’artista Anna Corcione, e un voluminoso booklet che contiene diversi racconti tra cui uno dello stesso cantautore. Voltarelli si conferma un interprete di razza, uno dei pochi artisti capaci di risalire con coraggio l’inarrestabile corrente dell’industria discografica con la bellezza della grande musica d’autore Daniele Sanzone, Il Fatto quotidiano

Basta un solo ascolto per capire che l’album, più che un lavoro solista, è un sontuoso mosaico dal respiro corale che armonizza con gusto ospiti, poesia e suggestioni musicali. (...) Voltarelli, che di suo è menestrello per vocazione e giramondo per costituzione, si ritrova perfettamente in questa filosofia, essendo una sorta di figura mitologica con radici profonde nel territorio e ali robuste per volare oltre confine a raccontare storie e a impararne di nuove. (...) Ma attraversando queste terre (e tante altre) in quest’instancabile opera di impollinazione, a Peppe sono rimaste appiccicate addosso note e parole, storie di amanti, cercatori di fortuna, donne di strada, marinai ubriachi, ribelli, poeti e sognatori che sanno toccare nel profondo il cuore di chi ascolta perché del cuore dell’uomo cantano con un linguaggio universale Marcello Parilli, Il corriere della sera

Una cartografia della canzone che lega l’Argentina con il suo tango, l’Europa francofona di Brel e Ferré, la Spagna con la trinità cantautorale Luis Eduardo Aute, Joan Manuel Serrat e Joaquin Sabina, la Russia di Vysotskij, l’Italia di Endrigo e Modugno. (...) Prodotto da Cose di Amilcare e pubblicato dalla raffinata editrice Squilibri nella solita veste di libro più CD,(...)  siamo di fronte a un lavoro diverso, da ascoltare tutto d’un fiato, un’Utopia lontano dallo stile supermarket Alfredo Franchini, Extra Music Magazine Reviews 

 Voltarelli ha fatto della ricerca della musica del mondo una missione artistica ma anche esistenziale. Quest'ultimo album è l'opera più ambiziosa e riuscita, anche per la complessa realizzazione gestita mirabilmente Stefano Crippa, Alias- Il Manifesto 

Viaggiare per mondi infiniti percorrendo latitudini terrestri come fossero cerchi concentrici negli alberi. E, via via che gli anelli crescono con il tempo e lo spazio, sommare vite a vita. Una, due, quattro, mille. Tutte quelle delle persone intercettate. (...) Diciassette tracce che sono un concentrato di 15 anni di viaggi (...)  La poesia di Voltarelli trasuda di scelte e fatica, ma offre la possibilità di salvarsi e difendersi Sandra Gesualdi, Freccia-FS 

 Un disco potente che ammalia. Voltarelli ha dato alle stampe il suo progetto più ambizioso, la summa poetica dei suoi viaggi e amori Edoardo Semmola, Corriere fiorentino 

Un incantevole percorso interstellare (...) L'immagine del planetario è perfetta: ascoltando il disco si comprende appieno di essere davanti a una preziosa macchina del tempo e dello spazio, ad una fulgida proiezione del cielo stellato Gaetano Menna, Mondo agricolo

Con la sua voce che sa di terra e di mare e le sue eccezionali qualità di interprete sanguigno e carismatico, sorretto dalla perizia del direttore artistico Daniele Caldarini e dagli altri ottimi musicisti. (...) UN GIOIELLO CHE UNISCE SUONI, CULTURE E SENTIMENTI in un affresco dai colori tenui ma a loro modo accesi: canzone d'autore del mondo e per il mondo, sempre di alto profilo e mai meno che toccante Federico Guglielmi, Blow Up

La sua è una storia di incontri in giro per il mondo, tra l’Europa, il Canada e l’America Latina e non poteva quindi che essere lui a immaginare e incidere questo nuovo album (...) risultato del suo incontro con la grande canzone d’autore di tutto il mondo Elisabetta Malantrucco, Note a margine, Rai RadioTecheté

Strabordante, è questo l'aggettivo più indicato per per descrivere questo splendido omaggio alla storia della canzone d'autore, (...), il perfetto compimento di un percorso impeccabile, fatto di impegno politico e poesia Stefano D'Elia, Rumore

Un calabrese doc che oggi è «l’orgoglio di Firenze», ma anche per parte napoletano e dunque mitteleuropeo - anzi, global come il suo ultimo disco - Peppe Voltarelli, che attinge alla musica autoriale, anzi, alle sue radici impregnate della salsedine dei porti di Rotterdam o Marsiglia o della polvere dei sobborghi argentini, per confezionare - tra l’altro in tempo di Covid e lockdown - il "Planetario" che ha sbancato alle Targhe Tenco, sezione interpreti Luca Marconi, Corriere del mezzogiorno

L'idea che anima il prezioso libro - cd (...) è costruire una rotta stellare attraverso decenni di musica d'autore, un cammino lastricato di lingue e culture solo apparentemente diverse, ma in sostanza unite da un unico afflato (...) Ma non sono solo le parole e le voci ad emozionare, in queste costellazioni; nel planetario c'è posto anche per la musica, efficacemente arrangiata dal meglio della scena italiana e non solo (da Daniele Caldarini a Angapiemage "Anga" Galiano Persico,  da Joan Isaac a Lorenzo Colace), e suonata con grande efficacia Laura Bianchi, Mescalina

E' il suo lavoro più importante e significativo da un decennio, e anche il più ambizioso e riuscito, perché racchiude tutto il suo universo di amori per canzoni e culture Edoardo Semmola, Corriere del fiorentino

Un disco malinconico e letterario, dolente e scazzato, un disco più unico che raro, registrato in giro per il mondo, ognuno a casa sua a causa della pandemia, anche se in origine il progetto era diverso ma il senso non è stato smarrito. Planetario è un disco Planetario (...) Insomma, c'è dentro un mondo in questo Planetario di parole, suoni, idee contro il sovranismo e per un internazionalismo per nulla scontato. Una democrazia Planetaria in musica L'Alligatore, In palude

Con quell'aria un po' così di chi non si prende troppo sul serio, Voltarelli riesce sempre a calarsi splendidamente in storie e personaggi in apparenza non suoi, a indossare con disinvoltura abiti sonori che paiono essergli stati cuciti addosso da un sarto di haute couture Piercarlo Poggio, Audioreview

Voltarelli è convinto, per fortuna, che esista ancora uno spazio per una canzone che non sia solo prodotto, che abbia qualcosa da dire, che voglia dire, non solo farsi ascoltare e cantare distrattamente Federico Vacalebre, Il mattino 

Chapeau! una sorta di antologia di influenze e incontri, radunando 16+1 canzoni, più o meno note, tutte bellissime, provenienti da mezzo mondo. E capaci di raffigurare un’intera volta celeste, illuminata dalle mille sfumature degli arcobaleni, delle aurore boreali, dei fuochi d’artificio, delle stelle e dei pianeti, dei cirri e dei nembi, grazie a un Planetario raffinato ed elegante, attento e sensibile, costruito insieme con artisti di caratura mondiale Raffaello Carabini, Spettakolo.it 

uno dei lavori più intensi, collettivi ed estesi di questo ultimo nostro tempo (...) Lunghi anni di viaggi, di grandi incontri, di preziosa musica che Voltarelli fa sue e di suo ci mette per restituirci il suo personalissimo significato di vita e di mondo Paolo Tocco, Raro più

Voltarelli ha fatto suoi stili e modi interpretativi diversi l’uno dall’altro, assimilando la capacità di raccontare storie in musica affiancato da un gruppo di ottimi esecutori. La parte più affascinante è quella dove si racconta il Nord Europa, mondo che appare più distante dallo spirito dell’artista. Ma basta ascoltare Nel porto di Amsterdam di Jacques Brel e Ostenda di Leo Ferré per capire che le latitudini musicali si possono superare senza problemi. Così come con La voce d’asfalto insieme ad Adriana Varela, si accarezza e si seduce l’ascoltatore Michele Manzotti, La Nazione

Planetario non disattende per nulla l'idea di grandezza che questo titolo ci evoca. (...) e ci offre un viaggio salvifico indietro nel tempo. (...) Un enorme lavoro corale dal respiro ampio e internazionale (...) con la partecipazione di eccellenti musicisti che hanno valorizzato gli impeccabili arrangiamenti di Daniele Caldarini  (...) Ogni duetto è un intreccio di stima, amicizia e arte, concetto impreziosito e amplificato dalle opere di Anna Corcione (...) Un disco davvero bellissimo Viviana Berardi, L'isola che non c'era

 Se con “Voltarelli canta Profazio” avevamo avuto modo di scoprire le straordinarie doti di interprete del cantautore calabrese, in questo caso ad emergere è la sua capacità di tessere dialoghi a due voci con gli autori stessi dei brani reinterpretati in una osmosi creativa di straordinaria intensità. (...) un disco che celebra la canzone d’autore nella sua accezione più alta e ancora vivissima, un lavoro pregevole e da ascoltare a lungo Salvatore Esposito, Blogfoolk

 Dopo la Targa Tenco sez. Interprete per il disco su Otello Profazio (2016), Peppe Voltarelli rivince nel 2021 dimostrando, se mai ce ne fosse ancora bisogno, cosa significa per un cantautore diventare interprete di ‘altre’ canzoni. Vuol dire farle proprie per restituirle a nuova vita con una nuova anima. La sua Francesco Paracchini, Il cantautore

Un atlante sentimentale della canzone perché per ogni brano c’è un incontro, un amico, una storia da raccontare. Un gesto appassionato di libertà espressiva, che va oltre i confini e le frontiere, in tempi di risorgenti nazionalismi e miopi sovranismi. (...) Un canzoniere d’oggi, appuntito e schierato Flaviano De Luca, Il manifesto

Un bellissimo viaggio tra le stelle della miglior canzone, che non conosce confini geografici, linguistici e di genere musicale Giorgio Zito, Tom Tom Rock

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