Antonio Bevacqua
I tamburi della Sila
Costruttori e suonatori dei Casali cosentini
2006, €16
Formato 14x19, 93 foto in b/n, pp. 142
In offerta con il 5% di sconto
Nei Casali di Cosenza, che si estendono verso l’altipiano silano, è fortemente radicata una tradizione musicale incentrata sull’uso di tamburi militari e grancasse che, costruiti secondo modalità antiche nella bottega artigianale di Ippolito Reda, cadenzano in forma spettacolare la vita festiva e rituale delle diverse comunità.
Avviata a Sant’Ippolito, epicentro dell’intero fenomeno, e a Spezzano Sila, paesi che registrano il numero più rilevante di suonatori, ed estesa a Casole Bruzio, Cellara, Macchia, Pedace, Redipiano, Rogliano, Sant’Ippolito, Serra Pedace e Spezzano Sila, la ricerca sul campo ha consentito di documentare un fenomeno culturale finora del tutto inesplorato, per quanto sporadicamente attestato a partire da alcune descrizioni dell’800, la cui vitalità è testimoniata dall’ampia partecipazione di suonatori bambini alle performance degli adulti.
Con un’introduzione critica, un apparato fotografico, a cura di Alessandro Mallamaci, e 34 brani nel cd allegato, il volume offre una suggestiva rappresentazione di un affascinante mondo musicale, ricostruito attraverso i gesti, i volti, gli strumenti e i suoni dei tummarini della Sila.
Ascolta il brano Sant'Ippolitara
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Complessivamente la ricerca ha riguardato nove paesi: Casole Bruzio, Cellara, Macchia, Pedace, Redipiano, Rogliano, Sant’Ippolito, Serra Pedace e Spezzano Sila. I rilevamenti si sono maggiormente concentrati a Sant’Ippolito e a Spezzano Sila, centri che si distinguono per particolari motivi.
Sant’Ippolito è il centro di costruzione dell’area e vanta anche una cospicua presenza di suonatori. Il borgo, che è stato frazione di Pietrafitta fino agli anni `50 dello scorso secolo, agli inizi del Novecento era abitato in prevalenza da contadini e contava circa 2.000 abitanti, il cui numero si è ridotto drasticamente intorno alla metà del secolo a causa di una forte spinta migratoria verso l'America. La frazione ha attualmente circa 800 abitanti. Vi opera Ippolito Reda (foto 36) che ha appreso le tecniche di costruzione da un prozio materno e le ha poi fatte sue, talvolta modificandole, utilizzando strumenti di lavoro e procedure più innovative. La sua presenza è essenziale perché, oltre a consentire la fornitura dei nuovi strumenti che vanno a sostituire quelli vecchi, spesso inservibili, assicura anche la manutenzione dei tamburi in uso. La sua attività ha garantito la continuità della tradizione dei tummarini non solo a Sant'Ippolito, ma anche negli altri paesi dei Casali, dove sono comunque da segnalare altri due costruttori a Casole Bruzio e a Trenta.
Spezzano Sila vanta una delle presenze più rilevanti di suonatori di tamburo militare e grancassa fra tutti i Casali cosentini, grazie anche all’opera di Rodolfo Palumbo (foto 85), protagonista di rilievo, conosciuto e stimato in tutti i paesi della fascia presilana per le sue doti di spettacolare suonatore. Palumbo inoltre coordina e dirige, al suo paese, circa 40 suonatori di cui fanno parte numerosi giovani e bambini.
(…) L'organico dei tummarini è solitamente costituito da due suonatori di tamburo militare e uno di grancassa. Quando suonano camminando è il più esperto che si posiziona in avanti, seguito a breve distanza dagli altri due ai due lati; quando invece suonano da fermi si posizionano in cerchio in modo tale da guardarsi. E’ quasi sempre questa la formazione che annuncia l’avvicinarsi di un evento o di un’occasione festiva. In altre occasioni le bande possono essere più ricche di elementi; quattro o più tummarini e grancasciari possono infatti suonare contemporaneamente e ciò avviene in special modo nelle feste.
Particolare di quest’area geografica, come si è detto, è il modo di suonare la grancassa che si caratterizza per l’utilizzo della frusta con la quale si eseguono solitamente tutti gli ottavi in levare di una misura. Pertanto, nelle suonate con quattro movimenti si hanno quattro ottavi in battere eseguiti con la mazza e quattro ottavi in levare eseguiti con la frusta, mentre in quelle con tre movimenti la mazza esegue il primo ottavo e la frusta gli altri due tempi del movimento. In tal modo, rispetto all’uso più consueto dello strumento, le esecuzioni risultano maggiormente articolate e arricchite da molteplici varianti ritmiche, in alcuni momenti anche di una certa complessità, giocate sull’alternanza di battere e levare e dei colpi impressi con i due diversi battenti. Su tale andamento ritmico della grancassa, con il tamburo militare vengono realizzate, di volta in volta, una successione più o meno complessa di terzine o una scansione binaria dando luogo, pertanto, a sovrapposizioni di scansioni binarie su scansioni ternarie.
Nelle performance dei tummarini sono riconoscibili alcuni momenti come, per esempio, l’ inizio e la fine dei brani musicali eseguiti in maniera formalmente definita. L'avvio delle suonate è costituito da un rullo (br. 1) eseguito con il tamburo, che dura diversi secondi e aiuta i suonatori a entrare in sintonia gli uni con gli altri. Il rullo viene realizzato battendo in successione colpi singoli, suonando un solo colpo per ogni mano, seguito da un rullo a colpi doppisuonato alternando due colpi per mano, quindi tripli, multipli, fino a dare continuità al suono. Alla fine viene accennata la struttura ritmica della suonata: in questo momento i suonatori entrano in confidenza con il ritmo che esprimeranno al meglio dopo alcuni minuti di esecuzione.
Quando le bande di tummarini sono composte da più di tre elementi il più bravo tra i suonatori di tamburo militare esegue in forma solista più o meno virtuosistica molte varianti ritmiche. Quasi sempre le suonate si chiudono con un finale che scandisce il passaggio dalla musica al silenzio consentendo ai suonatori una pausa. Esso costituisce una maniera elegante e precisa di concludere la suonata confermando la preparazione musicale della banda e l’impostazione professionistica dei musicisti. L'energia e la voglia di ogni singolo suonatore si fondono con le altre, dando vita a una sonorità carica di vigore, coinvolgente e ricca di fascino.
(…) Le fasi di apprendimento per i giovani suonatori sono due. La prima consiste nell'ascolto, che avviene soprattutto quando le bande dei tummarini partecipano ai momenti di festa della comunità; la seconda è costituita dall'insegnamento diretto dei vari ritmi impartito dai tummarini anziani. Con molta pazienza i suonatori anziani incoraggiano i giovani che hanno voglia di imparare e, con la sapienza che li contraddistingue, nelle occasioni più importanti si mettono da parte oppure, se è necessario, suonano insieme, senza però dominare.
I tamburi fanno da colonna sonora ai momenti più importanti della vita delle comunità dei Casali. Nascite, battesimi, matrimoni, compleanni, lauree: ogni occasione è buona perché suonino.
il CD
1. Rullo – mattutino 1:38
2. Processione 1:13
3. Mattutino 1:19
4. Sant’Ippolitara 1:13
5. Ruvitise 1:11
6. Tarantella 1:04
7. Processione 1:55
8. Processione Casole 1:38
9. Marcetta 1:43
10. Tarantella 1:58
11. Suonata 1:22
12. Processione 1:49
13. Mattutino 1:30
14. Sant’Ippolitara 1:33
15. Ruvitise 1:32
16. Cavallo Sant’Ippolito 1:22
17. Tarantella 1:59
18. Rullo 0:34
19. Processione 1:36
20. Cavallo 1:34
21. Quaglia 1:22
22. Raspa 1:00
23. Tarantella 1:51
24. Ruvitise 1:22
25. Mattutino 1:58
26. Cavallo di Sant’Ippolito 2:54
27. Marcetta 2:37
28. Calabrisella 2:24
29. Tarantella orsanise 1:56
30. Piemontesina 2:20
31. Fin che la barca va 2:10
32. Vitti na crozza 1:51
33. Tarantella 1:50
34. Suonata finale per San Francesco di Paola 10:31
durata totale: 67:31
Le fotografie di Alessandro Mallamaci
I tamburi di sant’Ippolito il 6 agosto 2010
Antonio Bevacqua, etnomusicologo e musicista, si occupa di tradizioni musicali della Calabria
Con I tamburi della Sila, Bevacqua e il fotografo Mallamaci ci presentano una pratica musicale quasi del tutto sconosciuta, eppure molto radicata: l'uso rituale di tamburi militari e grancasse nei Casali di Cosenza. I suonatori, i tummarini, assolvono ad un ruolo essenziale in molte pratiche devozionali del territorio. Ben 34 brani esemplificano il repertorio dei musicisti Ciro De Rosa, World Music
Bevacqua viaggia nella musica popolare calabrese, fra antichi metodi costruttivi e vita sociale dei tummarini (...) Una ricerca sul campo che porta alla luce una realtà musicale quasi inesplorata, eppure vitale e partecipata (...) Fondamentale è la documentazione fotografica di Alessandro Mallamaci,molto ispirata, aderente allo spirito del volume, e pervasa da poesia e umana musicalità. (...) è un libro interessantissimo per chi vuole ampliare la conoscenza del mondo delle percussioni Luca Luciano, Percussioni
Un ottimo lavoro di etnomusicologia frutto di una ricerca sul campo (...) Delle 34 tracce del CD allegato la maggior parte (27) è eseguita esclusivamente con tamburi e rappresenta l'intero repertorio svolto dai tammurrini: brevi brani registrati su richiesta che evidenziano la grande varietà di formule ritmiche utilizzate. Seguono 7 brani melodici di carattere tradizionale e/o popolare nei quali oltre ai tamburi troviamo la zampogna a chiave e la ciaramella (strumento simile all'oboe). In chiusura un brano di 10 minuti per solo tamburi Luciano Bosi, www.cem.coop.it