Federico Sirianni
La promessa della felicità
In uscita il 9 maggio, ora in pre-order a 16 euro invece di 20
2025, € 20
Formato 14x14, pp. 28
In dieci brani un sommesso ma potente cantico su un sentimento e un’attitudine universali, che cadenzano i giorni degli esseri umani, dominati da una tensione impossibile a risolversi in un abbraccio definitivo e sospinti sempre oltre: la linea dell’orizzonte di fronte come anche la gioia di un momento o il rinnovarsi di antiche pene.
Da quanto si offre alla vista dalla finestra di casa fino alle distese di una lontana cittadina giapponese, La promessa della felicità diventa così metafora di una condizione e di un destino in cui, di stazione in stazione, l’affanno del cuore e l’incertezza della mente sembrano sciogliersi solo nel compiersi improvviso di un’attesa, nella ricchezza di piccole gioie quotidiane.
L’album prende il titolo dal brano omonimo che, votato nel 2024 tra le cinque migliori canzoni dell’anno dalla Giuria del Premio Tenco, ha poi tracciato il cammino e preparato il terreno alle altre canzoni che si dispongono come tessere di un unico mosaico sulle molteplici declinazioni della felicità. Anche in questo lavoro Sirianni, indicato da Bruno Lauzi come “il vero erede della storica scuola genovese”, si muove pertanto in senso contrario alla direzione dettata da mode e algoritmi, per privilegiare l’incontro tra musica e parole in una narrazione di grande respiro.
Con la direzione artistica di Michele Gazich, l’album si caratterizza per un impianto intimo e risolutamente acustico che, tra pianoforte, chitarra ed archi, assume un andamento delicatamente orchestrale: un viaggio musicale di dolcezza e contemplazione secondo segrete affinità elettive, in parte svelate dalla presenza nel disco di Rafa Gayol, storico batterista di Leonard Cohen.
Nell’album della sua piena maturità artistica, Sirianni ci consegna così l’augurio di una rivoluzione gentile come unico antidoto alla brutalità di un mondo in rovina, senza mai cedere a raffigurazioni banalmente consolatorie, come suggerito anche dai dipinti di Romina Di Forti che aggiungono altri colori e nuove sfumature al racconto di questa sempre aperta e sofferta tensione verso la felicità.
Il CD
01) NEL FUOCO
(Parole e musica: Federico Sirianni)
Federico Sirianni: voce, chitarra classica, wurlitzer electric piano; Michele Gazich: violino solista, violino secondo; Rafael Bernardo Gayol: batteria; Veronica Perego: contrabbasso; Valeria Quarta: voce
02) DALLA FINESTRA
(Parole e musica: Federico Sirianni)
Federico Sirianni: voce; Michele Gazich: violino solista, violino secondo, viola; Stefano Angaramo: batteria; Fabio Gorlier: pianoforte; Veronica Perego: contrabbasso; Valeria Quarta: voce
03) L’AMORE E L’ARCANO
(Parole e musica: Federico Sirianni)
Federico Sirianni: voce, chitarra classica, chitarra acustica; Michele Gazich: violino; Marco Piccirillo: contrabbasso; Valeria Quarta: voce e percussioni; Alberto Soraci: chitarra elettrica
04) OKINAWA
(Parole e musica: Federico Sirianni)
Federico Sirianni: voce; Michele Gazich: violino; Mattia Barbieri: batteria; Marco "Tibu" Lamberti: chitarra classica; Veronica Perego: contrabbasso; Valeria Quarta: voce; Andrea Tarquini: lap steel guitar
05) DIMMI
(Parole: Federico Sirianni. Musica: Michele Gazich, Marco "Tibu" Lamberti)
Federico Sirianni: voce; Michele Gazich: violino, viola; Mattia Barbieri: percussioni; Marco "Tibu" Lamberti: chitarra classica; Veronica Perego: contrabbasso
06) IL VENTO DI DOMANI
(Parole: Federico Sirianni, Michele Gazich. Musica: Federico Sirianni)
Federico Sirianni: voce; Irene Buselli: voce; Michele Gazich: violino; Stefano Angaramo: percussioni; Cecilia Lasagno: arpa; Veronica Perego: contrabbasso; Valeria Quarta: voce
07) CARGO
(Parole: Federico Sirianni, Michele Gazich. Musica: Federico Sirianni, Michele Gazich)
Federico Sirianni: voce, chitarra classica, pianoforte, organo; Michele Gazich: voce, violino, viola; Mattia Barbieri: batteria; Veronica Perego: contrabbasso
08) L’ORA BELLA
(Parole e musica: Federico Sirianni)
Federico Sirianni: voce, chitarra classica; Michele Gazich: violino; Stefano Barbati: chitarra acustica;
Veronica Perego: contrabbasso; Valeria Quarta: voce, percussioni, canto degli uccelli
09) FINITA LA TEMPESTA
(Parole e musica: Federico Sirianni)
Federico Sirianni: voce; Michele Gazich: violino solista, violino primo, violino secondo, viola; Marco "Tibu" Lamberti: chitarra classica; Veronica Perego: contrabbasso
10) LA PROMESSA DELLA FELICITA’
(Parole: Federico Sirianni, Max Ponte. Musica: Federico Sirianni, Michele Gazich)
Federico Sirianni: voce, pianoforte; Michele Gazich: violino solista, violino secondo, viola; Elisabetta Bosio: violino aggiunto; Veronica Perego: contrabbasso; Valeria Quarta: voce; Alberto Soraci: chitarra classica
Registrazioni, missaggio e mastering: Fabrizio “Cit Chiapello c/o Transeuropa Recording, Torino
FEDERICO SIRIANNI, La felicità, il mistero, la promessa
Il 2 giugno 2022 trascorrevo il mio ultimo pomeriggio di un soggiorno in Sardegna, zona gallurese, scelta come piccolo breve “esilio” in un periodo emotivamente complicato.
Avevo percorso a piedi, armato di una bottiglia di vino rosso e di una cassa bluetooth, la salita che conduce alla Madonna del Monte, un santuario abbandonato a picco sulla scogliera e sul mare.
Mentre bevevo il primo sorso attendendo il tramonto, da una playlist abbastanza casuale ha preso vita la voce di Sharon Robinson che duettava con Leonard Cohen in uno dei suoi ultimi concerti, prima che ci lasciasse orfani di conforto e guarigione. La canzone era “Alexandra leaving”, tratta da una poesia di Kostantin Kavafis.
Non so cosa si sia frantumato in me in quel momento, cosa quelle voci e quelle parole abbiano sciolto, ma mi sono trovato immerso in un meraviglioso pianto liberatorio al calare del sole, mentre l’acqua si tingeva di rosso e viola.
Il giorno dopo, durante la traversata diurna su un traghetto che, dall’isola sempre amata, mi riportava a casa, ho scritto le parole della prima canzone di quello che ancora non sapevo sarebbe diventato un nuovo disco; e tantomeno sapevo che quel disco si sarebbe occupato di felicità, della sua ricerca e del suo mistero.
Sapevo solo che quelle parole erano l’inizio di un nuovo cammino e che, per percorrerlo con più agevolezza, avrei dovuto abbandonare tanto bagaglio, alleggerirmi quanto più possibile di scorie, rancori, frustrazioni, rabbia, paure, invidie, menzogne, riemergendo da un maelstrom confuso, dalle fiamme di un fuoco tossico, trattenendo nelle tasche solo un po’ di buona cenere.
Più o meno un anno dopo, per caso, mi sono imbattuto in una poesia del poeta astigiano Max Ponte che, attraverso una serie di immagini e situazioni molto suggestive, raccontava la promessa di una felicità la quale, alla fine, quando realmente si manifesta, ci coglie quasi sempre impreparati.
Scrivendo una musica quieta e dolce, cambiando pochissimo del contenuto e aggiungendo qualche verso con il benestare del poeta, ne ho fatto una canzone che, se è piaciuta immediatamente a chi l’ha ascoltata quando fu pubblicata qualche mese dopo, nel giugno 2023, ottenendo anche l’importante “cinquina” per la Targa Tenco nella categoria “Miglior canzone dell’anno”, è stata per me una sorta di illuminazione sulla via di Damasco che mi ha definitivamente chiarito quale doveva essere il tema, il concetto generale da affrontare in un nuovo album: la felicità o, come ho scritto prima, la ricerca e il mistero di essa.
La mia natura novecentesca mi porta, contro ogni logica contemporanea, a pensare a un disco più o meno come a un libro: con una storia di fondo articolata in diversi capitoli, i quali possono anche vivere di una propria vita autonoma, ma che tutti insieme, uno dietro l’altro in una precisa scaletta, realizzano una piccola opera concettuale.
E così questo cammino verso una promessa di felicità è presente in ogni traccia del disco che, anche a livello di scelte musicali, ha qualcosa di meditativo e di contemplativo; si percorre un sentiero a volte molto accidentato, irto di ostacoli e di qualche abisso per salire un gradino nella comprensione di sé ma, soprattutto, per cercare una vita che ci assomigli almeno un poco.
In questo cammino ho avuto anche la fortuna di incontrare Michele Gazich, musicista, compositore e scrittore di canzoni, con cui ho realizzato come primo lavoro insieme un disco sugli inediti di Michele Straniero, l’inventore del Cantacronache. Da lì è scaturito qualcosa di importante, un’amicizia e una stima profonde che mi hanno immediatamente portato a proporgli la produzione artistica del mio album nuovo, scelta di cui sono molto felice.
Tutto si è svolto come doveva svolgersi, una sorta di miracolo fatto di studio, cura, lunghe conversazioni fra calli veneziane e lungofiumi torinesi, qualche idea visionaria e anche molto lavoro giunto quasi alla fine e poi ripensato completamente; i dubbi, fino all’ultimo: questi sono stati il collante che non ci ha mai diviso, la possibilità di mettere e metterci reciprocamente sempre in discussione fino a brindare, a opera conclusa e ammettere: “Tutto quello che si poteva fare, è stato fatto”. Ed è stato fatto con la competenza e la complicità di un grande tecnico del suono (e non solo), Fabrizio “Cit” Chiapello, al Transeuropa Recording di Torino che, per me è casa e famiglia, il luogo dove è venuta alla luce gran parte della mia produzione discografica.
E, ultimo solo in ordine di tempo, l’editore Squilibri che volevo fortemente come compagno di viaggio; ci siamo conosciuti, studiati com’è giusto che fosse e, alla fine, abbracciati.
Da quel 3 giugno 2022 ho imparato a essere grato, ogni mattina che Dio o chi per lui manda in terra, per quello che ho, per le persone che mi circondano e mi vogliono bene, per una vita che mi assomiglia tantissimo. Per cui, grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato a questo lavoro, a tutti i musicisti che lo hanno impreziosito e a chi lo ha illustrato in maniera così potente.
Un ultimo pensiero.
Recentemente ho vissuto alcuni lutti molto dolorosi, in particolar modo quello di un amico più che fraterno, un grande narratore di storie, scrittore, storico dell’arte e storico tout-court, con cui ho condiviso palchi, serate in osteria, viaggi, assurdità che solo noi due potevamo capire e che mi manca molto.
A Giorgio Olmoti dico grazie per l’immensa generosità e per aver condotto con grande convinzione l’esistenza che voleva, andandosene velocemente ed epicamente senza rimpianti.
Nei libretti dei miei ultimi due album, Giorgio mi aveva regalato degli scritti bellissimi.
E anche se non c’è più (ma c’è sempre, eccome se c’è) lo volevo presente anche qui, in un disco che parla di felicità, perché in un’epoca così dolente, arrabbiata e aggressiva, occuparsi di felicità ha qualcosa di rivoluzionario.
Grazie a Ste per questo bellissimo ritrovamento.
Concerti e presentazioni tra aprile e maggio
APRILE
Venerdì 4 - Milano, La Scighera
Venerdì 11 - Guastalla, Paradiso Social Club
Sabato 12 - Apiro, Il Circoletto
Domenica 13 - Jesi, Vox
Sabato 19 - Genova Sestri P. - Ostaia U-Neo
MAGGIO
Venerdì 2 - Isili (Ca), Anima Mundi
Sabato 3 - Cagliari - Su Tzirculu
Lunedì 5 - Sassari - Il Vecchio Mulino
Mercoledì 7 - Alghero - Teatrì
Domenica 10 - Bertinoro (Fc) - La Rimbomba
Giovedì 14 - Torino, Lambic
Domenica 18 - Sanremo, Sede Club Tenco
Giovedì 22 - Gorizia, Arci Gong
Venerdì 23 - Udine, Al Duello
Musicista e autore di numerosi progetti per il teatro, oltre che di spettacoli incentrati sul dialogo tra musica e letteratura, Federico Sirianni è uno dei più originali cantautori italiani. La promessa della felicità è il suo sesto album da solista.