Mauro Neri
Un palcoscenico per due
La storia di Jessica e Fede, ovvero di una cantante soprano e del suo cagnolino da "seconda chance"
2013, € 10
Formato 14x19, pp. 90, disegni di Pia Valentinis
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La vita di Jessica non è semplice: in giro per il mondo, ogni sera in un teatro diverso, ma cantare è la sua passione e il suo lavoro. Fede è un cagnolino senza padrone che viene da difficili esperienze, e che ha solo bisogno di essere coccolato. L’incontro con Jessica dà un senso alla sua vita di piccolo randagio e lo proietta nel magico mondo dell’opera lirica. Il loro incontro è l’inizio di una grande amicizia. Un palcoscenico per due… personaggi fuori dal comune, alla scoperta di tutto ciò che si nasconde dietro al sipario di velluto rosso in un'opera lirica.
(Jessica Pratt è nata a Bristol, in Inghilterra. A undici anni si è trasferita con la sua famiglia in Australia, dove è andata a scuola e cresciuta. Lì ha cominciato a dedicarsi al canto e, dopo aver ottenuto una borsa di studio presso il Teatro dell’Opera di Roma, nel 2005 si trasferisce in Italia per continuare gli studi musicali. Nel 2007, a Como, debutta interpretando la Lucia di Lammermoor. In quest’opera, scritta da Gaetano Donizetti, che narra le vicende di una giovane donna costretta a sposare un uomo che non ama, Jessica canta un’intensa “scena di follia” che le ha portato molta fortuna permettendole di calcare le scene dei più importanti teatri, non solo italiani, con repliche a Zurigo, Tel Aviv, Berlino e Amsterdam. Interpretando tanti altri personaggi, come la maga Armida, in un’opera di Gioachino Rossini, la Giulietta di Charles Gounod e quella di Vincenzo Bellini, la sonnambula Amina, l’innocente Gilda nel Rigoletto di Verdi o Elvira nei Puritani di Bellini, Jessica ha girato il mondo cantando anche negli Stati Uniti, nell’America del Sud, e in Giappone. Nel 2013, a maggio, ha ricevuto il premio più importante per soprano di coloratura, la Siola d’Oro, una preziosissima spilla di diamanti a forma di rondine.)
Dal diario di Jessica
Pesaro, agosto 2011
Oggi è arrivato. Finalmente!
Prendersi un cane in casa è una grande responsabilità, specie se la decisione è stata quella di adottare un cane da “seconda chance”, che viene da difficili esperienze precedenti e che ha quindi bisogno di un affetto particolare, ancora maggiore e più convinto. Però sono stati molto bravi, quelli del centro di accoglienza “Progetto Quasi” di Supino. Quando l’assegnazione del cagnolino è stata certa, per prima cosa è stato portato in una casa-famiglia che aiuta i cani “difficili” a recuperare un contatto normale con la realtà. In questa casa vivono altri cani, che aiutano l’orfanello a imparare le prime regole del vivere in comune e ad avere rapporti normali con gli uomini. Poi, con un secondo trasferimento, il mio piccolo amico è stato portato in un’altra comunità a Perugia, per completare il suo ritorno alla quasi normalità. Insomma, è stato un percorso lungo eppure necessario, ma alla fine me l’hanno portato qui, a Pesaro, dove momentaneamente abito per lavoro. È un cane meticcio di taglia medio-piccola, pelo nero, senza nome; soffre di una lesione all’occhio destro, ha la zampetta posteriore destra con una lussazione cronica non operabile e anche problemi alla dentizione. Però è un cagnolino meraviglioso! Dolce, timido, silenzioso: se ne sta sulle sue, ma lo capisco. Sarei spaventata anch’io, nel trovarmi in una casa che non conosco. Per il nome non ho avuto dubbi: l’altro giorno ero in gita a Urbino e lì ho visto il ritratto del famoso personaggio storico Federico da Montefeltro, pure lui senza un occhio… Bene: il mio cagnolino si chiamerà Federico da Montefeltro, per gli amici Federico, per gli amicissimi “Fede”! Ho il cuore che batte per l’emozione: non sarò più sola, avrò la responsabilità di un essere vivente, che dipenderà in tutto da me e dal mio affetto!
Un estratto dalle schede di approfondimento di Paola Pacetti
Leggendo questa storia si capisce bene che Jessica è una cantante, ma non rock o pop!, Jessica canta un genere molto particolare: l’opera lirica, detta in maniera più corretta, melodramma.
Cos’è il melodramma?
È un genere musicale in cui le storie vengono raccontate cantando. La stessa parola ‘melodramma’ viene dal greco antico ed è formata a sua volta dal termine melos (musica) e drama (azione). Quando si va a teatro, si vedono gli attori sul palco che recitano. In un melodramma, invece, tutti cantano, da soli o insieme, accompagnati dalla musica suonata dall’orchestra e ogni tanto alternano al canto delle parti parlate (chiamate recitativi) che servono a spiegare meglio la vicenda. Queste “favole in musica” sono scritte da un poeta o da uno scrittore (chiamato librettista) e poi musicate da un compositore. Quando un attore recita da solo si dice che fa un monologo, quando un cantante canta da solo si dice che canta un’aria; quando gli attori parlano tra loro si dice che c’è un dialogo, ma se due cantanti cantano insieme fanno un duetto, se tre cantanti cantano insieme fanno un terzetto e così via, fino ad arrivare al concertato che nel teatro è impossibile, perché se molte persone parlano contemporaneamente non si capisce nulla, mentre se molti personaggi cantano insieme, magari il testo è poco chiaro, ma sappiamo con certezza quello che sta avvenendo perché è la musica a dircelo.
Quando?
Questo genere è nato più di quattrocento anni fa, in un’epoca piena di scoperte e cambiamenti in cui ci fu un grande interesse nei confronti delle arti, della pittura e della musica. In quegli anni nelle nostre città si costruirono dei bellissimi palazzi, decorati da quadri e affreschi realizzati da importanti architetti, scultori, pittori. Anche i musicisti composero opere meravigliose per il divertimento di nobili signori. Spesso questi nobili erano dei ricchi ‘mecenati’ che commissionavano agli artisti dei lavori, diventando così, come diremmo oggi, i loro ‘sponsor’.
Dove?
Tutto questo inizialmente accadeva nelle corti dove anche la musica aveva un posto importante: i re e i principi ospitavano spesso nei loro sontuosi palazzi musicisti e cantanti che allietavano le feste, i banchetti, i matrimoni, le ricorrenze felici o tristi. Le corti più importanti per il melodramma erano quelle di Firenze, Ferrara, Mantova ma anche Venezia, Roma e Napoli erano città in cui l’arte e la musica venivano molto apprezzate. In molti palazzi c’erano addirittura delle stanze dedicate alla musica, nelle quali venivano custoditi gli strumenti. All’inizio, alle rappresentazioni musicali partecipavano solo i nobili e la loro corte ma ben presto, per la prima volta a Venezia nel 1637, nel teatro San Cassiano, vennero organizzati degli spettacoli in cui per entrare si pagava un biglietto d’ingresso.
Le illustrazioni di Pia Valentinis
Mauro Neri, scrittore e giornalista di Trento, ha dedicato gran parte della sua produzione letteraria al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, scrivendo quasi duecento libri, tra cui molti di fiabe, racconti, testi teatrali e romanzi.
Un libro splendido che non dovrebbe mancare nella biblioteca di chi ha dei bambini, la sua lettura li sensibilizzerà all’amore verso gli animali, e ne stimolerà la curiosità verso la lirica. Salvatore Esposito, Blogfoolk