Nel disastro del mondo attorno a noi, tra guerre e risorgenti pandemie, il 2022 non è stato certo avaro per noi di soddisfazioni con la Targa Tenco vinta dagli ‘A67 con Jastemma e il Premio Loano per la Musica Tradizionale Italiana assegnato ad Alessandro D'Alessandro con "Canzoni per organetto preparato & elettronica". Altrettanto importante per noi, oltre che segnale di un generale apprezzamento di critica, sono state anche le cinquine per Le Targhe Tenco conquistate da altre tre nostre proposte: Erica Boschiero, Miglior album con Respira, Olden, Migliore interprete con "Questi anni" e Alessandro D’Alessandro e David Riondino, miglior brano con Tiritera delle canzoni che volano.
Apprezzamenti di critica e lusinghiere recensioni che non sono mancate per nessuna delle nostre uscite che vogliamo ricordare una per una, ringraziando artisti ed autori per la fiducia che ci hanno accordato: Pejman Tadayon, con un fascinoso tributo alla sua stessa formazione tra oriente e occidente; Forthyto che, con la complicità di Luciano Perrone, ha reso omaggio al suo conterraneo Enzo Del Re nel segno di una comune appartenenza; Olden, grazie al quale siamo ritornati sul repertorio immenso di Gianni Siviero rimesso a nuovo con la direzione artistica di Flavio Ferri; gli ‘A67 e la loro straordinaria capacità di porsi a cavallo tra generi musicali diversi e più disparati ambiti espressivi; Simone Saccucci, con un’immersione profonda, tra narrazione e canzone, in una grande tradizione culturale; Massimo Donno, con una riflessione in musica sulla lontananza che accende i fuochi grandi delle passioni e del sentire profondo; Patrizia Cirulli, con un sorprendente azzardo per cui, da milanese, ha restituito appieno il complesso mondo del grande Eduardo De Filippo; l’ambizioso progetto di Claudia Crabuzza che, per iniziativa e impulso di Stefano Starace, ha messo in musica dieci romanzi di Grazia Deledda e, ancora, Giuseppe Moffa che, radicato in una terra e in una tradizione, ha voluto ricordare un autore come Eugenio Cirese che a quella terra e tradizione ha eretto un monumento. E come unici singoli della nostra carriera, per giunta solo in digitale, l’emozionante racconto in musica di Cataldo Perri, che da dodici anni combatte con un “brutto male”, la rivisitazione, alla sua maniera, di un classico della canzone napoletana ad opera di Canio Loguercio con la complicità di Dalal Suleiman e Moni Ovadia e, infine, il brano che Erica Boschiero e Sergio Marchesini hanno realizzato per un film di Alessandro Filippini.
Né abbiamo trascurato troppo la nostra principale ragion d’essere che resta quella di fare libri, con la pubblicazione del volume, in collaborazione con il Conservatorio di Musica "F.A. Bonporti" di Trento e Riva del Garda e del Dipartimento di Musicologia dell'Università di Pavia e a cura di Stefano La Via e Claudio Cosi, su un autore di straordinaria importanza nella storia della canzone italiana come Sergio Bardotti; il varo di una nuova collana, in collaborazione con il Dipartimento Sagas dell'Università diFirenze e con la direzione scientifica di Maurizio Agamennone, Come suona la Toscana, aperta da una densissima monografia su Piero Farulli; il prosieguo della collaborazione con l’ Accademia Nazionale di Danza con un volume su possibili itinerari danteschi nell’Italia contemporanea; un metodo per suonare la zampogna ad opera di uno degli artefici della rinascita a nuova vita di questo strumento, vale a dire Giuseppe Spedino Moffa, e, infine, lo splendido volume degli Ardecore sulle “canzoni” di G. G. Belli con le magnifiche tavole illustrative di Scarful, Marcello Crescenzi, Claudio Elias Scialabba e Ludovica Valori.
E a pittori e artisti visivi molto devono le nostre pubblicazioni per cui è giusto ricordare e ringraziare anche loro in questi riti di fine anno: Mimmo Paladino (Jastemma) Beppe Stasi (Fantasia e Dejj’arbole), Fulvio Trivisonno (Uauà), Narcisa Monni (Grazia, la madre), Benedetta Longo (Lontano) e Carlo Montana (Olden). E un ringraziamento grande come una casa a chi, come Daisy Jacuzzi e Roberto Molteni, immagini e testi compone poi in quadri d’insieme, di grande bellezza. E senza dimenticare ancora chi poi si fa carico di molti altri aspetti della nostra casa editrice come Elena Salvatorelli.
E a margine dei nostri affanni, perché fatto interamente e in splendida solitudine da Antonio Cornacchia, l’affascinante avventura di Awand con il suo interrogarsi su arti e creatività.
L’anno si chiude con un volume che in realtà è un ponte verso il nuovo anno, vale a dire l’ultima opera (per musica, parole e immagini) di Andrea Liberovici con il suo insolito ma affascinante ritratto di città (Veneziacustica) di cui avremo modo di parlare ancora, e meglio, nel corso del nuovo anno.
I titoli di un catalogo non dicono ancora tutto di un editore per il quale la musica è un “bene comune” da condividere anche in attività di animazione e spettacolo. Su questo versante si pone la rassegna “Di canti e di storie”, ripresa dopo due anni di stop forzato, “La città dei luoghi”, il Festival dell’Appartenenza, in collaborazione con il comune di Corigliano-Rossano e la consulenza artistica di Peppe Voltarelli, e “Duo. Musiche nuove da tradizioni antiche”, in collaborazione con la Società Aquilana dei Concerti Barattelli e la consulenza artistica di Maurizio Agamennone, nonché altre collaborazioni, come quella con Cose di Amilcare, e altre ancora per così dire trasversali, per il tramite dei nostri artisti, dalle presenze in teatro e nel cinema di Enzo E Lorenzo Mancuso alla partecipazione in musica di Erica Boschiero alla Marcia della Pace e al tour nelle foreste certificate da FSC Italia.
I riti di fine anno dovrebbero chiudersi anche con indicazioni programmatiche per il nuovo anno che si apre in realtà con un segno di grande incertezza sulla possibilità di continuare a fare (e produrre) musica come si è fatto finora.