Peppe Voltarelli
Planetario
Targa Tenco 2021 Miglior Interprete
2021, € 20
Formato 14x14, pp. 48, 15 immagini a colori
In offerta con il 5% di sconto
Nomade per vocazione e irrequieto per temperamento, spostandosi di continuo da un continente all’altro, Peppe Voltarelli è diventato un ambasciatore della canzone d’autore nel mondo: numerose le tournées all’estero, dall’America Latina al Canada, innumerevoli le partecipazioni a festival internazionali, molteplici e illustri le collaborazioni avviate nei luoghi in cui si è ritrovato, dalla Spagna a New York, con i suoi dischi pubblicati in diversi paesi, dall’Argentina alla Francia, che spesso hanno anche scalato le classifiche. Non stupisce dunque che, per il suo nuovo disco, Planetario, abbia deciso di misurarsi con i grandi della canzone internazionale, da Jacques Brel a Bob Dylan, da Leo Ferré a Vladimir Vysotskij, offrendo una superba prova delle sue impareggiabili doti di interprete. Ma ciò che rende unico questo suo nuovo cimento discografico, il quinto nella sua carriera da solista, è il fatto che altri giganti del dire in musica cantano assieme a lui, a due voci, i loro brani che acquistano così un sapore del tutto nuovo.
Silvio Rodríguez, il trovatore più celebre e importante dell’America Latina, capace di riempire i grandi stadi delle capitali sudamericane e di esibirsi al Central Park di New York, canta con lui il brano d’apertura del disco, Piccola serenata diurna, già interpretata in Italia da Fiorella Mannoia nella traduzione di Ivano Fossati. Allo stesso modo una star assoluta del mondo ispanofono come Joan Manuel Serrat, già ripreso in Italia da Mina e da Guccini e al quale Gino Paoli ha dedicato un intero disco, interviene in apertura di un suo celebre brano, La saeta. E lo stesso succede con Amancio Prada, già Premio Tenco nel 2010, noto in tutto il mondo per l’eleganza delle sue creazioni, Adriana Varela, da trent’anni regina indiscussa del tango, e Joan Isaac, che interpreta a due voci con Voltarelli il suo brano più famoso, Margalida, dedicata alla compagna di un giovane anarchico garrotato nel 1974 da Franco. Due gli italiani presenti in questo florilegio di grandi canzoni, vale a dire Sergio Endrigo con la sua coraggiosa, per l’epoca, La prima compagnia, e Domenico Modugno, con una canzone tutt’altro che frivola come Musetto: autori ai quali l’ex leader del Parto delle Nuvole Pesanti ha già dedicato diversi spettacoli. Un caso a parte è quello di Luis Eduardo Aute che, assieme a Joan Manuel Serrat e Joaquín Sabina ha formato la grande Trinità della canzone d’autore spagnola. Intenzionato a partecipare al progetto ma impossibilitato a farlo in prima persona perché ammalato di Covid, aveva autorizzato all’uso della sua voce, ripresa da un live tenuto con Silvio Rodriguez.
Ritagliato su misura delle esperienze di vita e di arte del cantautore calabrese ma ideato e avviato in Spagna nel corso di alcuni suoi concerti, Planetario è un progetto ambizioso che, dalla Catalogna, si propone di rinnovare la lezione di Amilcare Rambaldi attorno alla fecondità di un incontro tra artisti di nazionalità diverse. Prodotto da Sergio Secondiano Sacchi e da Danile Caldarini per Cose di Amilcare, muove pertanto in direzione contraria a sovranismi e colonizzazioni musicali e rimanda a una geografia dell’anima che si estende dalle distese di ulivi della Sibaritide ai porti del Nord Europa, supportando artisti e musicisti con traduzioni di straordinaria raffinatezza come, ad esempio, Millenovecenoquarantasette, riuscita trasposizione nella Napoli del dopoguerra di un classico di Joaquín Sabina. A questo disegno Voltarelli fornisce voce e passione, ponendosi al centro di un’escursione collettiva come il suo protagonista ideale per cui si appropria di queste canzoni secondo un proprio codice sentimentale. Allo stesso tempo la versione in catalano di un suo brano, Marinai, affidata a Rusó Sala, suggella la sua originalità anche come autore e si pone allo stesso modo sulla volta semisferica di questo “planetario” dove a muoversi sono le emozioni e i pensieri affidati a una canzone.
Con i dipinti di Anna Corcione e scritti di Sergio Secondiano Sacchi e Laura Lombardi e un racconto dello stesso Voltarelli
Il CD
1. 26 APRILE 1945: PICCOLA SERENATA DIURNA con Silvio Rodríguez (2:35)
2. ROTTERDAM (3:04)
3. MARGALIDA con Joan Isaac (3:16)
4. MUSETTO (2:38)
5. ALL’ALBA con Luis Eduardo Aute (4:04)
6. WINTERLUDE, INVERLUDIO (2:36)
7. ELS MARINERS con Rusó Sala (6:06)
8. MILLENOVECENTOQUARANTASETTE (4:21)
9. NEL PORTO DI AMSTERDAM (2:48)
10. SAETA con Joan Manuel Serrat (2:39)
11. CAVALLI BRADI (5:05)
12. VOCE D’ASFALTO con Adriana Varela (4:21)
13. LA PRIMA COMPAGNIA (2:52)
14. PER UN SENTIERO con Amancio Prada (2:27)
15. OSTENDA (2:58)
16. A LA MANIC (3:49)
17. Bonus Track: ‘STA CITTÀ Versione strumentale (3:23)
Progettazione e direzione artistica: Sergio Secondiano Sacchi
Direzione musicale e arrangiamenti: Daniele Caldarini
Traduzioni: Sergio Secondiano Sacchi ad eccezione di Rotterdam e Ostenda di Enrico Medail, ed Els Mariner di Rusó Sala.
Registrato in 14 studi con i musicisti (in ordine di apparizione nel disco) Daniele Caldarini, Maurizio Del Monaco, Michele Staino, Alessandro D’Alessandro, Pier Zuin, Francesco Gaffuri, Lorenzo Colace, Piero Goria, Ilaria Cirello, Rebecca Marasco, Angapiemage Persico, Paola Colombo, Marco Tazzi, Laura Pupo de Almeida, Ciro Montanari, Andrea Del Vecchio, Enrico Sala, Maurizio Del Monaco, Francesco Grigolo, Alex Aliprandi e Luciana Elizondo.
Cenni biografici sugli artisti ospiti
LUIS EDUARDO AUTE
Premio Tenco 2001, con Joan Manuel Serrat e Joaquín Sabina ha formato la grande Trinità della canzone d’autore spagnola. All’attività musicale ha affiancato quella pittorica, alternando concerti e grandi esposizioni, tra cui quella di Roma, Transfiguraciones, del 2009. Tra i suoi brani anche Bobo Merenda, interpretato da Enzo Jannacci, e La bellezza, uno dei suoi maggiori successi, composta e interpretata da lui stesso in italiano. È morto di covid il 4 aprile 2020.
JOAN ISAAC
Esordisce discograficamente nel 1974, segnalandosi come uno dei principali esponenti della Novissima cançó catalana. Nel 1977 s’impone all’attenzione di criticae pubblico con A Margalida, destinata a restare scolpita nella memoria nazionale. Ha inciso ventun album e ha partecipato a ventiquattro opere collettive. Ha partecipato allo spettacolo Storie e amori d’anarchie e a quattro edizioni della Rassegna del Club Tenco, negli anni 2000, 2001, 2005 e 2008.
AMANCIO PRADA
Premio Tenco nel 2010, ha esordito nel 1974 con un disco registrato a Parigi, dove studiava sociologia. Compone basandosi prevalentemente sui testi dei maggiori poeti spagnoli, con una particolare attenzione per quelli del siglo de oro. Ha inciso trenta album in studio e quattro dal vivo, segnalandosi negli ultimi anni anche per la preziosità dei formati e delle grafiche.
SILVIO RODRÍGUEZ
Cubano, nato nel 1946, è il trovatore più celebre dell’America Latina, capace di riempire i grandi stadi delle capitali sudamericane e di esibirsi al Central Park di New York malgrado la sua dichiarata fedeltà al regime castrista. Premio Tenco nel 1985, ha inciso diciannove album in studio, quattro dal vivo e ha partecipato a 58 opere collettive. Tra gli interpreti italiani di sue canzoni ci sono Fiorella Mannoia (su testo di Ivano Fossati), Gigliola Cinquetti, Maria Monti.
RUSÒ SALA
Autrice, chitarrista e cantante, ha debuttato nel 2009. Scrive in catalano anche se nei dischi e negli spettacoli non disdegna di proporre brani in castigliano e initaliano nonché alcuni repertori di musica latino-americana, sefardita e andalusí (degli arabi scacciati dopo la Reconquista). In Italia, nel 2013 ha vinto in due sezioni al Premio Parodi e, nel 2016, ha preso parte al Guccini International.
JOAN MANUEL SERRAT
Nato a Barcellona nel 1943, è stato uno dei pionieri della Nova Cançó catalana (La Tieta fu portata al successo in Italia da Mina come Bugiardo e inconsciente e poi ripresa nel 2004 da Guccini come La ziata). Il suo passaggio alla canzone in spagnolo destò non poche polemiche ma il successo delle sue canzoni l’ha imposto in tutto il mondo ispanofono come una star assoluta. Già Premio Tenco, è stato cantato anche da Gino Paoli, che gli ha dedicato un disco, Ornella Vanoni, Milva e Mia Martini.
ADRIANA VARELA
Figura leggendaria del tango argentino, immortalata da Vázquez Montalbán nel suo Quintetto di Buenos Aires. Grazie alla sua voce da contralto e alle sue radici rock, nei diciotto dischi finora incisi ha saputo conferire al genere un’impronta innovativa pur rivisitando il repertorio più tradizionale. Ha condiviso il palcoscenico con stelle internazionali come Liza Minelli, Tito Puente, Celia Cruz e Joan Manuel Serrat.
Le Canzoni
26 aprile 1945: Piccola serenata diurna
Canzone composta da Silvio Rodriguez poco dopo la rivoluzione di Castro e Guevara che riflette dunque i sentimenti dei cubani dopo la liberazione dalla dittatura di Batista. Già tradotta in italiano da Ivano Fossati, qui è interpretata assieme all’autore e con una dedica alla Resistenza italiana affidata al titolo.
Rotterdam
Celebre brano di Ferré che nell’introduzione rimanda, senza nominarla, ad Amsterdam di Brel, interrogandosi sul senso della sua vita errante
Margalida
Una canzone di Joan Isaac dedicata all’amica Margalida Bover Vadell, fidanzata dell’anarchico Puig Antich, garrotato, ancora ventiseienne, dal caudillo Franco nel 1974. Dopo l’esecuzione, Margalida ha fatto perdere le sue tracce e nessuno degli amici ha saputo più nulla di lei, neanche Joan Isaac che ha scritto il testo della canzone assieme al regista teatrale Jean Ollé.
Musetto
Anche in uno scherzo in musica, composto per la moglie Franca, Modugno riesce a registrare i mutamenti sociali e culturali mettendo in guardia da ogni forma di provincialismo e ironizzando sui modelli femminili alimentati dalla pubblicità e dai fotoromanzi
All’alba
La canzone di Luis Eduardo Aute, eseguita la prima volta da Rosa León dopo l’esecuzione di cinque giovanissimi oppositori di Franco, è diventata una delle più angoscianti canzoni sull’ultima notte di un condannato.
Winterlude
Il titolo della canzone di Bob Dylan, omaggiata da De Gregori in Buonanotte fiorellino, è un gioco di parole tra winter (inverno) e interlude (interludio) che Sacchi, seguendo Tito Schipa jr, ha voluto tradurre con inverludio: è il carnevale canadese che si svolge sulle nevi di Ottawa (Ontario) e di Gatineau (Québec) con numerosi avvenimenti in grado di attirare oltre un milione e mezzo di visitatori.
Els marines
Un canto di mare calabrese, scritto da Voltarelli, si trasforma in una canzone catalana, interpretata a due voci con Rusó Sala, perché la musica naviga con i marinai che ad ogni latitudine fanno lo stesso mestiere e la stessa vita
Millenovecentoquarantasette
De purisima y oro, con riferimento all’abito del torero, è il titolo di una delle più note composizioni di Joaquín Sabina, vale a dire una straordinaria ricostruzione del dopoguerra di Madrid con una tale ricchezza di particolari che difficilmente sarebbe stata compresa da un pubblico italiano. Anche per questo Sacchi, autore di gran parte delle traduzioni, ha deciso di trasporla al dopoguerra di Napoli.
Nel porto di Amsterdam
Il brano, nel 1964, apre il concerto all’Olimpia di Parigi che consacrava la fama di Jacques Brel e, mai ripreso in un album in studio, è un’accorata ballata sulle vite devastate dei marinai olandesi.
Saeta
La Saeta è considerata l’ opera poetica più rappresentativa di Antonio Machado dove lo scrittore si interroga sul futuro dell’intera Spagna in un momento, primi anni del Novecento, alquanto incerto e denso di inquietudini. Machado è stato ripreso e musicato da diversi cantautori e Joan Manuel Serrat, che compare in apertura del brano, gli ha dedicato un intero LP.
Cavalli bradi
Una delle più potenti ballate di Vladimir Vysotsky, grande attore di teatro e cinema ma anche scrittore e, soprattutto, prolifico cantautore, amato da milioni di cittadini sovietici. Per trovare qualcosa di simile in Italia “dovremmo fondere Carmelo Bene, Francesco Guccini, Piero Ciampi e Pier Paolo Pasolini” (G. Castaldo).
Voce d’asfalto
Regina incontrastata del tango, Adriana Varela si era già incontrata con Voltarelli in una trasmissione radiofonica. Il brano, di Cacho Castaña, è dedicato al mentore della Varela, Roberto “Polaco” Goyeneche, uno dei capostipiti del tango, molto apprezzato per l’inconfondibile stile interpretativo anche da Vinicio Capossela.
La prima compagnia
Il brano, del 1970, faceva parte di “Nuove canzoni d’amore” è dedicato a una prostituta ed è una delle più ispirate liriche di Endrigo attorno alla correlazione tra amore e dolore
Per un sentiero
Una vita sofferta e drammatica, divenuta leggenda, quella di Miguel Hernàndez: pastore autodidatta, imprigionato e condannato a morte nel 1940 perché repubblicano, pena commutata in trent'anni di carcere ma morto due anni dopo. Amancio Prada ha messo in musica uno dei suoi componimenti più significativi che qui interpreta assieme a Voltarelli.
Ostenda
Terzo brano dedicato ai Porti del nord, titolo anche di uno spettacolo di Peppe Voltarelli, ora siamo in Belgio, in terra fiamminga, con Comme à Ostende, scritta da Ferré nel 1960 su testo dell’attore anarchico Jean-Roger Caussimon, amico dal 1940 e sodale già al tempo degli esordi.
La Manic
Popolarissima, in patria, canzone del 1966, basata su una lettera di un lavoratore dell’immenso cantiere per la costruzione di cinque centrali elettriche a La Manicouagan, una regione del Québec, dove hanno lavorato circa 18.000 persone, dal 1959 al 1971. Scritta e interpretata da Georges Dor, attore, cantante, poeta, autore e regista.
Artista multiforme, capace di cimentarsi con successo in diversi ambiti espressivi, dal romanzo al cinema, Peppe Voltarelli, con Planetario, è al quinto album come solista
Fuori dalla Superlega della musica fatta di numeri e meriti algoritmici, Peppe Voltarelli gioca sempre più nel ruolo di libero. (...) Il trovat(t)ore e cercatore calabrese duetta con il cubano Silvio Rodriguez, la voce del tango moderno Adriana Varela, gli esponenti della canzone spagnola Amancio Prada, Joan Manuel Serrat, Luis Eduardo Aute, su storie di lavoratori e marinai così dimenticate da sembrare leggende, canti d'amore e di resistenza sia alla dittatura che al tempo Simona Orlando, Il Venerdì di Repubblica
una mirabile antologia di splendide canzoni, realizzata con sensibilità e acume, capace di comprendere molti di quei sentimenti universali e di restituircene la potenza comunicativa. Si percepiscono gli strappi e le lacerazioni che hanno generato quei canti, le ore insonni e le fiamme ardenti che ne hanno forgiato le melodie, i tagli e i calli e le fatiche che si sono riversati a sutura nella misura delle parole. (...) Uno dei migliori album ascoltati quest’anno, arricchito, nella solita bella confezione Squilibri, dalle opere di rinnovata “arte povera” di Anna Corcione Alberto Marchetti, Vinile
Planetario è una raccolta di perdute bellezze, con un solo pezzo inedito cantato insieme alla bellissima voce di Rusò Sala, in mezzo a perle di Léo Ferré, Domenico Modugno, Joan Manuel Serrat, Jacques Brel e tanti altri. (...) Ascoltando le canzoni del disco c’è una sensazione di bellezza perduta, perché oggi canzoni così non se ne fanno più Gino Castaldo, Repubblica
Un disco di altri tempi sia per il repertorio scelto che per gli arrangiamenti. Bellissimo il digipak, come tutti quelli di Squi[libri], realizzato con le opere dell’artista Anna Corcione, e un voluminoso booklet che contiene diversi racconti tra cui uno dello stesso cantautore. Voltarelli si conferma un interprete di razza, uno dei pochi artisti capaci di risalire con coraggio l’inarrestabile corrente dell’industria discografica con la bellezza della grande musica d’autore Daniele Sanzone, Il Fatto quotidiano
Basta un solo ascolto per capire che l’album, più che un lavoro solista, è un sontuoso mosaico dal respiro corale che armonizza con gusto ospiti, poesia e suggestioni musicali. (...) Voltarelli, che di suo è menestrello per vocazione e giramondo per costituzione, si ritrova perfettamente in questa filosofia, essendo una sorta di figura mitologica con radici profonde nel territorio e ali robuste per volare oltre confine a raccontare storie e a impararne di nuove. (...) Ma attraversando queste terre (e tante altre) in quest’instancabile opera di impollinazione, a Peppe sono rimaste appiccicate addosso note e parole, storie di amanti, cercatori di fortuna, donne di strada, marinai ubriachi, ribelli, poeti e sognatori che sanno toccare nel profondo il cuore di chi ascolta perché del cuore dell’uomo cantano con un linguaggio universale Marcello Parilli, Il corriere della sera
Una cartografia della canzone che lega l’Argentina con il suo tango, l’Europa francofona di Brel e Ferré, la Spagna con la trinità cantautorale Luis Eduardo Aute, Joan Manuel Serrat e Joaquin Sabina, la Russia di Vysotskij, l’Italia di Endrigo e Modugno. (...) Prodotto da Cose di Amilcare e pubblicato dalla raffinata editrice Squilibri nella solita veste di libro più CD,(...) siamo di fronte a un lavoro diverso, da ascoltare tutto d’un fiato, un’Utopia lontano dallo stile supermarket Alfredo Franchini, Extra Music Magazine Reviews
Voltarelli ha fatto della ricerca della musica del mondo una missione artistica ma anche esistenziale. Quest'ultimo album è l'opera più ambiziosa e riuscita, anche per la complessa realizzazione gestita mirabilmente Stefano Crippa, Alias- Il Manifesto
Viaggiare per mondi infiniti percorrendo latitudini terrestri come fossero cerchi concentrici negli alberi. E, via via che gli anelli crescono con il tempo e lo spazio, sommare vite a vita. Una, due, quattro, mille. Tutte quelle delle persone intercettate. (...) Diciassette tracce che sono un concentrato di 15 anni di viaggi (...) La poesia di Voltarelli trasuda di scelte e fatica, ma offre la possibilità di salvarsi e difendersi Sandra Gesualdi, Freccia-FS
Un disco potente che ammalia. Voltarelli ha dato alle stampe il suo progetto più ambizioso, la summa poetica dei suoi viaggi e amori Edoardo Semmola, Corriere fiorentino
Un incantevole percorso interstellare (...) L'immagine del planetario è perfetta: ascoltando il disco si comprende appieno di essere davanti a una preziosa macchina del tempo e dello spazio, ad una fulgida proiezione del cielo stellato Gaetano Menna, Mondo agricolo
Con la sua voce che sa di terra e di mare e le sue eccezionali qualità di interprete sanguigno e carismatico, sorretto dalla perizia del direttore artistico Daniele Caldarini e dagli altri ottimi musicisti. (...) UN GIOIELLO CHE UNISCE SUONI, CULTURE E SENTIMENTI in un affresco dai colori tenui ma a loro modo accesi: canzone d'autore del mondo e per il mondo, sempre di alto profilo e mai meno che toccante Federico Guglielmi, Blow Up
La sua è una storia di incontri in giro per il mondo, tra l’Europa, il Canada e l’America Latina e non poteva quindi che essere lui a immaginare e incidere questo nuovo album (...) risultato del suo incontro con la grande canzone d’autore di tutto il mondo Elisabetta Malantrucco, Note a margine, Rai RadioTecheté
Strabordante, è questo l'aggettivo più indicato per per descrivere questo splendido omaggio alla storia della canzone d'autore, (...), il perfetto compimento di un percorso impeccabile, fatto di impegno politico e poesia Stefano D'Elia, Rumore
Un calabrese doc che oggi è «l’orgoglio di Firenze», ma anche per parte napoletano e dunque mitteleuropeo - anzi, global come il suo ultimo disco - Peppe Voltarelli, che attinge alla musica autoriale, anzi, alle sue radici impregnate della salsedine dei porti di Rotterdam o Marsiglia o della polvere dei sobborghi argentini, per confezionare - tra l’altro in tempo di Covid e lockdown - il "Planetario" che ha sbancato alle Targhe Tenco, sezione interpreti Luca Marconi, Corriere del mezzogiorno
L'idea che anima il prezioso libro - cd (...) è costruire una rotta stellare attraverso decenni di musica d'autore, un cammino lastricato di lingue e culture solo apparentemente diverse, ma in sostanza unite da un unico afflato (...) Ma non sono solo le parole e le voci ad emozionare, in queste costellazioni; nel planetario c'è posto anche per la musica, efficacemente arrangiata dal meglio della scena italiana e non solo (da Daniele Caldarini a Angapiemage "Anga" Galiano Persico, da Joan Isaac a Lorenzo Colace), e suonata con grande efficacia Laura Bianchi, Mescalina
E' il suo lavoro più importante e significativo da un decennio, e anche il più ambizioso e riuscito, perché racchiude tutto il suo universo di amori per canzoni e culture Edoardo Semmola, Corriere del fiorentino
Un disco malinconico e letterario, dolente e scazzato, un disco più unico che raro, registrato in giro per il mondo, ognuno a casa sua a causa della pandemia, anche se in origine il progetto era diverso ma il senso non è stato smarrito. Planetario è un disco Planetario (...) Insomma, c'è dentro un mondo in questo Planetario di parole, suoni, idee contro il sovranismo e per un internazionalismo per nulla scontato. Una democrazia Planetaria in musica L'Alligatore, In palude
Con quell'aria un po' così di chi non si prende troppo sul serio, Voltarelli riesce sempre a calarsi splendidamente in storie e personaggi in apparenza non suoi, a indossare con disinvoltura abiti sonori che paiono essergli stati cuciti addosso da un sarto di haute couture Piercarlo Poggio, Audioreview
Voltarelli è convinto, per fortuna, che esista ancora uno spazio per una canzone che non sia solo prodotto, che abbia qualcosa da dire, che voglia dire, non solo farsi ascoltare e cantare distrattamente Federico Vacalebre, Il mattino
Chapeau! una sorta di antologia di influenze e incontri, radunando 16+1 canzoni, più o meno note, tutte bellissime, provenienti da mezzo mondo. E capaci di raffigurare un’intera volta celeste, illuminata dalle mille sfumature degli arcobaleni, delle aurore boreali, dei fuochi d’artificio, delle stelle e dei pianeti, dei cirri e dei nembi, grazie a un Planetario raffinato ed elegante, attento e sensibile, costruito insieme con artisti di caratura mondiale Raffaello Carabini, Spettakolo.it
uno dei lavori più intensi, collettivi ed estesi di questo ultimo nostro tempo (...) Lunghi anni di viaggi, di grandi incontri, di preziosa musica che Voltarelli fa sue e di suo ci mette per restituirci il suo personalissimo significato di vita e di mondo Paolo Tocco, Raro più
Voltarelli ha fatto suoi stili e modi interpretativi diversi l’uno dall’altro, assimilando la capacità di raccontare storie in musica affiancato da un gruppo di ottimi esecutori. La parte più affascinante è quella dove si racconta il Nord Europa, mondo che appare più distante dallo spirito dell’artista. Ma basta ascoltare Nel porto di Amsterdam di Jacques Brel e Ostenda di Leo Ferré per capire che le latitudini musicali si possono superare senza problemi. Così come con La voce d’asfalto insieme ad Adriana Varela, si accarezza e si seduce l’ascoltatore Michele Manzotti, La Nazione
Planetario non disattende per nulla l'idea di grandezza che questo titolo ci evoca. (...) e ci offre un viaggio salvifico indietro nel tempo. (...) Un enorme lavoro corale dal respiro ampio e internazionale (...) con la partecipazione di eccellenti musicisti che hanno valorizzato gli impeccabili arrangiamenti di Daniele Caldarini (...) Ogni duetto è un intreccio di stima, amicizia e arte, concetto impreziosito e amplificato dalle opere di Anna Corcione (...) Un disco davvero bellissimo Viviana Berardi, L'isola che non c'era
Se con “Voltarelli canta Profazio” avevamo avuto modo di scoprire le straordinarie doti di interprete del cantautore calabrese, in questo caso ad emergere è la sua capacità di tessere dialoghi a due voci con gli autori stessi dei brani reinterpretati in una osmosi creativa di straordinaria intensità. (...) un disco che celebra la canzone d’autore nella sua accezione più alta e ancora vivissima, un lavoro pregevole e da ascoltare a lungo Salvatore Esposito, Blogfoolk
Dopo la Targa Tenco sez. Interprete per il disco su Otello Profazio (2016), Peppe Voltarelli rivince nel 2021 dimostrando, se mai ce ne fosse ancora bisogno, cosa significa per un cantautore diventare interprete di ‘altre’ canzoni. Vuol dire farle proprie per restituirle a nuova vita con una nuova anima. La sua Francesco Paracchini, Il cantautore
Un atlante sentimentale della canzone perché per ogni brano c’è un incontro, un amico, una storia da raccontare. Un gesto appassionato di libertà espressiva, che va oltre i confini e le frontiere, in tempi di risorgenti nazionalismi e miopi sovranismi. (...) Un canzoniere d’oggi, appuntito e schierato Flaviano De Luca, Il manifesto
Un bellissimo viaggio tra le stelle della miglior canzone, che non conosce confini geografici, linguistici e di genere musicale Giorgio Zito, Tom Tom Rock