Milano, 11 settembre, ore 11
Sede Amici del Loggione della Scala
Via Silvio Pellico 6
Oreste Bossini e Nicola Scaldaferri presentano il volume di Domenico Ferraro, Roberto Leydi e il Sentite buona gente. Musiche e cultura nel secondo dopoguerra, con CD e DVD allegati.
Dedicato a una memorabile esperienza di studio e di spettacolo, promossa da Leydi per la stagione 1966-67 del Piccolo Teatro di Milano, con la consulenza di Diego Carpitella e la messa in scena di Alberto Negrin, il volume ricostruisce la carriera di uno dei due padri fondatori della moderna etnomusicologia italiana, avviata nel clima irripetibile della Milano del secondo dopoguerra.
Nel CD una selezione dei brani raccolti sul campo in vista dello spettacolo, nel DVD la riduzione televisiva del Sentite buona gente per una straordinaria testimonianza sull’esistenza di una cultura musicale ‘altra’ attraverso la viva voce dei suoi protagonisti: i musici-terapeuti del Salento, i Cantori di Carpino, i musicisti e danzatori della Val Resia, il Tenore Supramonte di Orgosolo, i suonatori di launeddas di Maracalagonis, gli spadonari di Venaus, la Compagnia Sacco di Ceriana e le sorelle Bettinelli.
Il volume è il quarto della collana AESS-Archivio di Etnografia e Storia Sociale dellla Regione Lombardia, nato nel 1972 per impulso determinante dello stesso Leydi
Alcuni momenti dello spettacolo nelle riprese televisive di Lino Procacci
Luigi Stifani e i musici-terapeuti del Salento
Peppino Marotto e il Tenore Supramonte di Orgosolo
I suonatori di Maracalagonis
la più bella indagine sull'etnomusicologia italiana che sia apparsa dopo la morte di Leydi: la più generosa, la più esauriente, la più linguisticamente meritevole. Quirino Principe, Il Sole 24 ore
l'arrivo di Roberto Leydi e di una poderosa e profonda ricostruzione di ciò che è stato e di ciò che ha fatto in un momento fondamentale della sua vita Furio Colombo, Il fatto quotidiano
una ricostruzione magistrale non solo dell'affascinante biografia intellettuale dello studioso milanese ma anche di un periodo cruciale della vita culturale italiana Sergio Torsello, Il Nuovo Quotidiano della Puglia
Un libro destinato a restare. (…) una densa discussione sulla storia delle idee nel nostro Paese, messa in moto attraverso la lente di osservazione di chi è al di fuori di eredità disciplinari Ciro de Rosa, Blogfoolk
una preziosa monografia sul meno ortodosso dei nostri musicologi (...), il manifesto di una ossessione puntuale per la restituzione tout court delle culture musicali minoritarie Riccardo Piaggio, Il Sole 24 ore“
Un bellissimo libro (…) un ritratto ragionato dell'etnomusicologia italiana vista attraverso il pensiero e l'opera di Roberto Leydi Attilio Scarpellini, Qui comincia Rai Radio3
la grande consapevolezza da parte degli interpreti (...) che provengono da una tradizione antichissima ma sanno reinterpretarla in maniera fluida Alessandro Leogrande Corriere del mezzogiorno
un documento eccezionale, che possiede un grande fascino, quale documentazione di un'impresa che ha lasciato tracce fondamentali nell'etnomusicologia e nell'etnografia italiane Alessandro Zanoli, Azione-Canton Ticino
Attraverso una storiografia rigorosa che però non rinuncia alle prerogative della bella scrittura- Ferraro ritrae un intellettuale, Leydi, in grado di coniugare pensiero e azione civile Maurizio Corbella, Amadeus
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti