La puntata di venerdì 24 ottobre di Qui comincia è dedicata al volume, con due cd allegati, di Timisoara Pinto, Lavorare con lentezza. Enzo Del re, il corpofonista,
conduce Arturo Stalteri.
Qui Comincia, In onda in diretta tutti i giorn, dalle 6.00 alle 6.45, su Radio3 Radio
Era il terrore dei compagni. Viaggiava solo sui mezzi pubblici. Se non li trovava, pretendeva di proseguire a piedi. Il problema era che voleva compagnia, qualcuno che lo aiutasse a portare le sue due pesanti valigie. Una volta aprì un mio concerto, in Veneto, e l’albergo distava sei chilometri dal palco… Ma non mi vedeva di buon occhio: non ero abbastanza rivoluzionario. Francesco Guccini
E’ difficile cantare le cose di Enzo Del Re. La sua voce era di una grazia divina che non c’era bisogno di abbellire con accompagnamento, chitarre e quant’altro. Faceva tutto con quella sua calma e con un’aria imperturbabile che sembrava arrivato da un altro mondo. Norma Midani
Lo strumento di Enzo Del Re era la sedia, una qualsiasi, presa lì dove andava a suonare. Non era quindi un artista di grandi pretese, in totale gliene servivano due, quella su cui si sedeva e quella che percuoteva per darsi il ritmo, di palmo e di nocca, di pugno o roteando le dita. Un uomo piccolo, barbuto, silenzioso ma pieno di idee. Nonostante la povertà dei mezzi tecnici l’effetto finale era ammaliante, si portava dietro come eredità l’effetto ipnotico della percussione, ben conosciuto dalla cultura popolare. Su questa base mobiliare si poggiava il canto di una voce morbida, profonda, perfettamente intonata, con una sillabazione netta, scandita Corrado Sannucci
Un personaggio fuori da ogni classificazione, diverso come persona, come testa, come disponibilità verso gli uomini. Non aveva nessuna ambizione personale, di carriera, di soldi, di niente. Era una persona che viveva bene con gli uomini, era un poeta e voleva il bene degli uomini. Vittorio Franceschi
E’ morto povero, alquanto sottovalutato, dimenticato da molti: certi miei allievi di Mola di Bari ignoravano la sua esistenza (...) . Che lo accolga quell’altra dimensione, dove tutti sanno cantare, suonare, ballare, perfino i carabinieri (quelli buoni, ammesso che ce ne siano); dove non esiste la moneta né il potere e l’ingiustizia; dove c’è posto e pace, cibo e felicità per tutti i viventi. E anche mezzi di trasporto pubblici e gratuiti per tutti (ma forse non ce n’è bisogno: in quella dimensione senza tempo non c’è neppure lo spazio Annamaria Rivera
Tutti volevano bene a Enzo Del Re. Adriano Sofri