Gianfranco Preiti
Antonello Ricci
Peppino Lipari
Un'esperienza discografica a Palmi
2006, € 14
Formato 14x19, 16 foto a colori, pp. 83
In offerta con il 5% di sconto
Per circa trent’anni, dal 1960 al 1980, Palmi, nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, è stato uno dei più importanti centri di produzione musicale del meridione. Numerose Etichette, come SAID Records, Regina del Sud, Ala Records e SD Records, hanno dato luogo a una cospicua produzione discografica definita “da bancarella”, dal circuito di distribuzione affidato ai venditori ambulanti nelle fiere, nei mercati e nelle feste religiose, ma con un bacino d’utenza che, dalla Calabria e dalle regioni limitrofe, giungeva fino a Stati Uniti, Canada e Australia. Il repertorio comprendeva tarantelle, canzoni satiriche, canti di malavita, canti di riferimento sociale e cronachistico sullo stile dei cantastorie.
I musicisti, esponenti della cultura musicale tradizionale locale, erano per lo più contadini, pastori e pescatori, spesso rimasti anonimi. La GFC, fondata da Peppino Lipari a metà degli anni ’60, fa parte di questo panorama di etichette musicali, depositarie di un ampio catalogo di registrazioni finora pressoché inesplorato.
Un’antologia dei brani più significativi pubblicati dalla GFC è contenuta nel cd allegato al volume con introduzione critica, un'intervista allo stesso Lipari, i testi delle canzoni e una selezione di immagini indicative di uno stile e di una cultura musicale del tutto peculiari.
Ascolta il brano Pizzicariella vizziusa
Leggi l'introduzione
Il volume si basa sui materiali sonori incisi su dischi 45 giri della GFC, una delle piccole etichette in passato attive a Palmi, località calabrese dell’area della Piana di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria, nella quale, dagli anni ’60 e fino alla metà degli anni ’80 del Novecento, si è concentrata la più parte di tale attività musicale locale. Il catalogo della GFC, riportato su quasi tutti i retro di copertina (si vedano le fig. 9 e 10), comprendeva 28 dischi ognuno dei quali conteneva solitamente due canzoni, una per lato, altre volte un più lungo brano diviso in due parti. Quasi tutto il catalogo è stato duplicato in cassette stereo 8 sotto forma di compilation; qualche brano si trova oggi pubblicato in raccolte di musica folkloristica calabrese su compact disc.
La vicenda dell’etichetta GFC è da ricondurre all’attività di promozione culturale di Giuseppe Lipari, amichevolmente detto Peppino, peculiare figura di compositore, produttore musicale, cantore, appassionato della musica e della cultura tradizionale calabrese. Con Peppino, il 27 agosto 2005, abbiamo condotto un’intervista – riportata più avanti - nel tentativo di ricostruire quanto più possibile il contesto culturale e sociale che ha fatto da sfondo alla produzione discografica.
Per questa pubblicazione abbiamo operato una selezione del catalogo sulla base della rappresentatività del repertorio. In particolare abbiamo cercato di far emergere i tratti più “tradizionali” della ricerca sonora alla base della produzione musicale dell’etichetta, senza comunque tralasciare alcuno degli aspetti che ne hanno caratterizzato le diverse incisioni: i cantanti che vi ruotavano intorno, gli strumenti che venivano utilizzati, le forme poetiche e musicali che ne hanno costituito il supporto espressivo, le tematiche presenti nei testi verbali.
Abbiamo tratto i brani sia da dischi 45 giri, tutti con marchio GFC, sia da cassette stereo 8, con marchio STF, anche riconducibile all’attività discografica di Peppino Lipari. La qualità tecnica è discontinua, a volte per lo stato del supporto da cui provengono, altre volte per la tecnica di registrazione originaria a causa della quale si riscontrano punti di saturazione, specialmente in relazione con alcune frequenze sonore particolarmente critiche come gli acuti dei sonagli del tamburello. Un altro aspetto critico riguarda l’uso originario di riverberi a volte troppo abbondanti e che, pertanto, tendono a impastare e confondere soprattutto il suono della voce, rendendo in certi casi le parole incomprensibili. Il lavoro di restauro sonoro, realizzato da Paolo Modugno su Pro Tools in ambiente Macintosh, ha consistito nella pulizia o radicale attenuazione dei rumori di fondo più fastidiosi e nell’ottimizzazione del suono generale, con la consapevolezza di non cancellare la “patina” sonora a “bassa fedeltà” costituente uno dei tratti distintivi della produzione discografica da “bancarella”.
Questa pubblicazione, a nostro avviso, può contribuire ad aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del patrimonio musicale popolare calabrese sulla scorta di una produzione discografica a volte definita “marginale”. Tale definizione ha senso se osserviamo il fenomeno dal punto di vista della grande distribuzione commerciale della musica caratterizzata da una gerarchia piramidale fra coloro che la fanno e coloro che la consumano; mutando la prospettiva di osservazione essa diventa invece centrale, scoprendo un sorprendente panorama sonoro in cui musicisti, discografici e acquirenti si collocano su un unico piano di condivisione e di scambio.
il CD
1. Pizzicarella vizziusa 2:41
2. Serenata mbasciatura 3:32
3. Tarantella zingarota 2:24
4. Tarantella camurrista 2:36
5. Serenata sdegnusa 2:31
6. A soggiara ca’ nora 3:20
7. La tragedia di Viareggio 3:44
8. L’assassino di Ermanno Lavorini 3:43
9. I vicini di casa 2:08
10. U purgatu 2:17
11. Serenata campagnola 2:33
12. Calabria terra di incanto e poesia 2:36
13. Facci di luna 2:52
14. Balla l’onorata società 3:12
15. A littara i Sabatu Santu 2:50
16. La nova tarantella d’Aspromonte 3:39
17. Delitto d’onore 5:43
18. La mafia del Montalto 4:23
19. Ntinna ntinna tarantella 2:06
20. Du figgioli nda finestra 3:56
21. Tarantella di beddi figghioli 3:01
22. Bella fatti vidiri 4:02
23. Pizzicarella chianota 2:50
durata totale: 73:11
I dischi della GFG
Antropologo e musicista, virtuoso di chitarra battente e zampogna, Antonello Ricci insegna all’università “La Sapienza” di Roma e si occupa di questioni antropologiche, relative ad aspetti visivi e museografici della musica e dell’ascolto.
Scomparso di recente, Gianfranco Preiti, musicista e compositore, ha lavorato sui repertori e gli strumenti della musica popolare, con riferimento particolare alla chitarra battente.
Il lavoro mette in luce un composito universo di produzioni musicali a carattere regionale, costituito da repertori tradizionali e popolareschi, interpretati da formazioni locali che affiancavano batteria e strumenti elettrici a zampogne, organetti e tamburelli. Gli autori danno voce allo stesso Lipari e propongono un'antologia di brani significativi dell'etichetta. Ciro De Rosa, World Music