Giuseppe Moffa
Uauà
Omaggio in musica ad Eugenio Cirese
2022, € 20
Formato 14x14, pp. 48, con foto e dipinti a colori
In offerta con il 5% di sconto
Figura centrale nella storia culturale del Molise, Eugenio Cirese ha dedicato alla sua terra gran parte della propria opera, sostenuta da una spiccata predilezione per il dialetto e dalla solidale partecipazione alla causa dei contadini dei quali raccoglie, con grande perizia filologica, anche le voci e i canti: tuttora insuperata, per quanto irreperibile, la sua raccolta Canti popolari del Molise, del 1953.
Alla sua opera si è accostato Giuseppe “Spedino” Moffa, cantautore e polistrumentista che, figlio della stessa terra, ne ha colto appieno la ricchezza tematica e l’estrema vivacità linguistica ed espressiva. Trasponendone in musica alcune delle pagine più significative, ne ha evidenziato anche la sorprendente attualità e la loro profonda aderenza a istanze e aneliti che ancora pervadono molte delle comunità molisane. Una brillante rivisitazione sonora di un intero universo poetico ed antropologico condotta all’insegna di quelle grida di ragazzi che spesso irrompono nelle pagine ciresiane: Uauà, per l’appunto.
Con introduzione di Antonio Fanelli e i dipinti di Fulvio Trivisonno, un’iniziativa editoriale promossa dal Comune di Fossalto, finanziata dal GAL “Molise verso il 2000” tramite il bando “Officine Sociali” e realizzata dall’impresa culturale e creativa JustMO’.
Il CD
1 Pagliara (maje maje) (4:47)
2 Canzone d’atre tiempe (5:27)
3 Vare vare (3:53)
4 Repuote (4:18)
5 Sunette d’amore (5:25)
6 E zëmra ime rri qet qet (4:42)
7 Ninna nònna (4:20)
8 Canzoni a dispetto (8:28)
9 Qifti (4:37)
10 Canto dei mietitori (5:46)
11 Camina (2:44)
Scritto e arrangiato da Giuseppe Moffa
Registrato da Francesco Santoro nel Monkey island studio di Campobasso
Missaggio e mastering Eugenio Vatta
Giuseppe Moffa voce, chitarra, zampogna
Marco Molino marimba, vibrafono e percussioni
Lorenzo Mastrogiuseppe basso elettrico
Manuel Petti fisarmonica
Domenico Ciaramella batteria
Voce (in 3, 6, 7, 9 e 10) Erika Petti
Voce (in 7) Vania Trivisonno
Voce Recitante (in 4 e 11) Giorgio Careccia
corno francese (in 2) Marco Zampogna
clarinetto (in 3, 6 e 9) Gabriele Coen
coro dei mietitori (in 10) Vania Trivisonno, Daria Tanno, Alessia D’Alessandro, Serena Minicucci, Dino Moffa, Antonello Virgilio, Giorgio Lombardi, Pietro Mignogna, Michele Testa
orchestra d’archi (in 2, 4, 5 e 7) Kalós ensemble, Orchestra da camera di Campobasso
Violini I Rocco Roggia**, Vittorio Fatica e Giuseppe Rossi
Violini II Francesca Messore*, Beatrice Petti e Francesca Donatone
Viole Lorenzo Marino* e Rossella Sebastiano
Violoncelli Antonio Iannetta* e Tiziano Baranello
** primo violino.
* prime parti
Musicista, compositore e cantautore, fondatore e leader della Zampognorchestra, Giuseppe Moffa è al sesto album come solista
Eugenio Cirese, infaticabile collettore della storia popolare del Molise: ne ripercorre con poesia, rigore e fantasia, i passi Giuseppe Moffa e la strada continua Guido Festinese, Alias-Il manifesto
Spedino si immerge nell'opera di Cirese e ne trae gli spunti per costruire una sua narrazione. Che mantiene la dimensione poetica e storica, pur in un quadro estetico chiaramente nuovo, in cui gli elementi di riferimento sono ricollocati – in una connessione linguistica che fonde diversi dialetti – ed elaborati in musica. (...) la filologia è nell’impianto, nel contesto di riferimento, non nella forma. E in questa dinamica di trasfigurazione formale i brani narrano la nostra quotidianità (...) In questo quadro Spedino sparge animosità e un giusto grado di ironia, elaborando un discorso musicale pieno e aggraziato Daniele Cestellini, Blogfoolk
Quelli realizzati da Squilibri Editore sono elementi preziosi per comprendere i mille rivoli in cui la creatività italiana si presenta, superando mode e fenomeni effimeri [...] Mette i brividi il brano che chiude l’album e che racconta (tramite la figura di Ze Minghe) il gustoso modo di fare che era quello contadino, lontano dai ritmi e dalla retorica industriale e della globalizzazione. Un velo di nostalgia ci avvince, ma Giuseppe Moffa (novello zampognaro, terribilmente demodé) è abile nel riportarci alla sua ottima ricerca stilistica del pensiero di Eugenio Cirese, senza così cadere nel trito folk Giancarlo Passarella, Musicalnews
'Spedino' Moffa è musicista eclettico e versatile, che sa passare dalla chitarra elettrica alla zampogna tradizionale e sa orchestrare con talento e ricchezza espressiva il materiale musicale che gli passa tra le mani (...) Questo suo ultimo lavoro è un progetto importante in quanto recupera un personaggio significativo dell’area culturale contadina del Molise, la regione dove Moffa è nato Raffaello Carabini, Spettakolo.it
L'ampio booklet che correda il cd ne amplia ulteriormente il respiro, già notevole, tra fragranze d'antan e sonorità più aggiornate. Da sottolineare la presenza di Erika Petti alla voce e di Gabriele Coen al clarinetto Alberto Bazzurro, MusicaJazz
Con una band dall'impronta rock (chitarra e basso elettrico, marimba) ma anche fisarmonica e zampogna, (...) si viene trascinati in un vortice di tradizioni ancestrali che coinvolgono tutti gli aspetti della vita dei "cafoni" di letteraria memoria ed in cui si rispecchiano tutte le tradizioni popolari cadenzate dalla natura e dalle difficoltà e gioie di vivere Andrea Trevaini, Buscadero