Peppe Fonte
Le canzoni di Piero Ciampi e Pino Pavone
2020, € 15
Formato 14x14, pp. 30, con foto a colori e in b/n
In offerta con il 5% di sconto
“Ho deciso di cantare Ciampi-Pavone perché Piero Ciampi è stato anche Pino Pavone ed io ho avuto la fortuna di viverlo da testimone. Tra me e lui non c’è stato mai spazio per le lacrime, né tempo per la memoria: abbiamo vissuto insieme l’estasi della prossima canzone e, subito dopo, della parola giusta. Sapeste quante volte siamo morti insieme: di versi al telefono, di accordi senza nome, di ‘centrocampisti dai passaggi lenti’, di canzoni ascoltate per la prima volta in macchina”.
Così Peppe Fonte a proposito di questo suo nuovo disco che si innesta sul corpo vivo della sua stessa vocazione artistica, da sempre posta all’ombra di uno straordinario sodalizio umano e intellettuale e sorretta dalla condivisione di passioni e relazioni, urgenze esistenziali e occupazioni quotidiane, in quella singolare regione dell’anima che lega Livorno alla Calabria.
Avvocato e catanzarese come Pino Pavone, che con il fratello del livornese Piero Ciampi ha condiviso anche lo studio legale, Fonte rivisita così alcuni dei brani più significativi nati all’interno di questo sodalizio e, assieme a Pavone, lavora anche su testi inediti di Ciampi, per rinnovare la magia di canzoni memorabili poste all’incrocio di vita ed arte, musica e poesia.
Sergio Secondiano Sacchi, De officiis
Sergio Secondiano Sacchi, De officiis
Sosteneva Cicerone che le professioni liberali sono quelle finalizzate all’oratoria o alla retorica. Certo, sappiamo bene che il vecchio e ricco Cicero era solito parlare pro domo sua (e, per di più, lo faceva in un periodo in cui le partite IVA non costituivano ancora la vera discriminante) ma per noi, che tendiamo a occuparci di canzonette, la perentoria affermazione può risultare perfino profetica: il presente disco mostra come l’avvocatura, oltre a svettare tra le professioni umane, tenda anche alla conquista di posizioni rilevanti nell’olimpo dei cantautori (una diretta discesa in campo dei politici presuppone invece un’immaginazione per il momento carente).
La scrittura di canzoni non è l’unica attività intellettuale concessa a un individuo dotato di talento creativo, nella vita si possono fare bene anche due lavori completamente diversi fra loro: si può essere grandi artisti pur occupandosi professionalmente d’altre quisquiglie.
Questo cd è imperniato sulla figura di due avvocati: Peppe Fonte e Pino Pavone. Ognuno dei due ha già precedenti discografici come solista (in cui l’altro partecipa comunque) e, per di più, nelle vesti di interpreti sono intervenuti insieme nel cd Da Livorno in là, una sorta di Ciampi International curato nel 2019 dal Club Tenco. Il sodalizio, reso qui manifesto già in copertina, segna un’estensione meridionalistica della mappatura musicale forense, finora mantenuta sull’esclusivo asse Milano-Asti, arrivando così a quello che unisce Roma e Catanzaro.
Se l’altarino di lari e penati dei fratelli Conte pullula di uomini di legge (nonno, padre e zio erano notai, tanto per tener fede al sacro principio “rogito ergo sum”) anche il padre di Peppe Fonte era avvocato perché la vocazione alle professioni liberali la si eredita (anche se non sempre in linea diretta: Pino Pavone è figlio di un ingegnere). Non solo, ma in virtù del celebre aforisma gucciniano “un laureato vale più di un cantante” per costoro lo studio professionale viene prima di tutto, anche quando lo si affida ad abili sostituti. Sarà forse per questo che, per la copertina del suo disco del 1993, Giorgio Conte (i cui due figli sono uomini di legge) si è fatto ritrarre dietro alla scrivania insieme al suo cavallo. Presenza allusiva, quella di un equino in uno studio legale, quasi a suggerire: “campa cavillo…”.
Il consorzio Fonte & Pavone si presenta al pubblico con i veri nomi, senza ricorrere a pseudonimi, come invece fatto dall’avvocato Walter Pinnetti, anch’egli di stirpe legale, che per mantenere alta la reputazione professionale della famiglia (anche le sorelle Lia ed Egle erano avvocati come il padre) scelse il nom de plume di Walter Valdi. Nota bene: il non comunissimo nome Egle è anche quello della moglie di Paolo Conte, il che dimostra come, ancor prima che un ordine professionale, gli avvocati formino una ramificata congregazione densa di coincidenze solo apparenti.
Che, naturalmente, non mancano neanche qui. Ma sono svelate da subito, grazie alla grafica di copertina: oltre a qualche traccia proveniente dalle precedenti esperienze discografiche della coppia, il penalista Peppe Fonte canta canzoni di Piero Ciampi ma solo quelle (e neanche tutte) scritte in collaborazione con il corregionale avvocato civilista Pino Pavone. Che è l’unico, con il fratello Roberto Ciampi, ad avere collaborato ai testi del cantautore livornese. Ma poiché i codici civili e penali sono sempre in agguato, una targa ci informa che Roberto Ciampi, anch’egli avvocato, condivideva lo studio proprio con Pino Pavone.
Il duo Fonte-Pavone indugia sui matrimoni falliti e sul conseguente problema dell’affido dei figli. Viene naturalmente da chiedersi se l’esperienza generatrice sia solo quella squisitamente autobiografica di Pavone (che nel suo primo disco cantò anche Domani si sposa mia moglie) o non anche quella di avvocato matrimonialista (a chi verrebbe altrimenti in mente di ambientare una canzone all’interno di un palazzo di giustizia?).
Certo, poi la Calabria tenta di giocare la sua parte con suggestioni ambientali e culturali e Peppe Fonte lo fa con un locale notturno di Caminia, a picco sul mare, dove andavano Ciampi e Pavone. Quando ci è arrivato lui, trasmettevano la canzone di Zucchero con i versi plagiati di Ciampi. Roba da querela e da causa civile, il codice non perdona nemmeno in vacanza…Ma poi in quel locale, che si chiama Rebus, è finito Paolo Conte e gli ha dedicato una canzone di successo.
La congregazione colpisce sempre. Implacabilmente.
Il CD
1 In un palazzo di giustizia
2 Tu no
3 Raptus
4 Maledetti amici
5 A passeggio con mia figlia (Bambino mio)
6 Figlia di mare
7 Il natale è il 24
8 Questi poeti
9 Quaranta Soldati quaranta Sorelle
10 L’amore è tutto qui
Dieci tracce: cinque portano la firma di Ciampi Pavone, due di Ciampi, una di Pavone e due di Fonte Pavone.
Riccardo Biseo: arrangiamenti, direzione artistica, pianoforte e tastiere
Silvio Ariotta: contrabbasso e bassi elettrici
Ismaele Rocca: batteria
Vito Procopio: sax alto e tenore
Franco Catricalà: basso elettrico
Lucio Ranieri: fonico
Registrazione e missaggio: Yara Records, Catanzaro
Le foto di Alberto Marchetti
Già nel Catanzaro ai tempi del mitico Palanca, avvocato nella vita e artista e paroliere nel sogno, Peppe Fonte è al suo quarto disco (foto di Alberto Marchetti).
... oggi stimatissimo cantautore, prosecutore di quella genia di artisti che si dividono tra l'arte vissuta in totale libertà e purezza, senza condizionamenti e una professione ben più redditizia: Peppe Fonte, di mestiere avvocato. Come Paolo Conte. E come Pino Pavone, storico collaboratore di Ciampi Fulvio Paloscia, Repubblica-Firenze
Peppe Fonte, con la sua sensibilità, ci regala un ennesimo scorcio sull'affascinante mondo poetico di Ciampi e sul prezioso legame con Pino Pavone. Disco non solo per amanti di Ciampi ma anche per coloro che apprezzano le belle canzoni Luca Trambusti, Il Tirreno
Il disco scorre con una sua logica grazie al linguaggio musicale che caratterizza Fonte, stavolta affiancato da musicisti che sanno muoversi in ottimo equilibrio tra cantautorato e jazz. Fonte interpreta il disco con la giusta passione di chi vuole trasmettere non tanto un brano musicale quanto uno stato d'animo che si fonde con l'arte Michele Manzotti, La Nazione
Puntuale il lavoro di rilettura operato da Peppe Fonte. Un lavoro certosino quanto rispettoso, speso all’insegna della sottrazione: canzoni nitide, essenziali, irrorate da esecuzioni notturne, visive, dirette e arrangiate da Riccardo Biseo. Dieci tracce-stazioni di un album, insomma, impeccabile Mario Bonanno, Mescalina
Peppe Fonte è protagonista di una prova canora e interpretativa di grande intensità, sempre misurata, con le dovute sfumature e la giusta dose di personalità. Confezione come sempre raffinata (per la sempre attenta Squilibri) (...) e le suggestive foto di Alberto Marchetti. Un disco consigliato a chi vuole scoprire Ciampi e per chi già ama queste canzoni, che appartengono alla nostra cultura, alla nostra vita Marco Sonaglia, Il popolo del blues
Con il suo portamento cantautorale Fonte cerca di farci cogliere le sfumature più sottili della discografia ciampiana e, con lampi di classe cristallina (alla maniera di un dribblatore dei campi di calcio), riesce a dilatare ancora di più il fascino delle canzoni di Piero Ciampi Mimmo Mastrangelo, Il quotidiano del sud
Non solo rivisitazione delle canzoni: Fonte ripropone con eleganza ed una sospesa voce agre "Maledetti amici" che Pavone dedico all'amico Piero. Suadente è il brano "Questi poeti", dove si fondono jazz e sonorità liriche più accentuate. Atmosfere e ritmi che catturano l'ascoltatore restituendo il sapore di un tempo trascorso Ciro Manzolillo Il Mattino
Le canzoni sono restituite in tutta la loro bellezza e le sonorità jazz che spesso le avvolgono (curate da Riccardo Biseo) esaltano la loro essenzialità disperata, quasi che quei versi sentissero il bisogno di poggiarsi sull’apparente eterodossia delle armonie jazz rispetto agli arrangiamenti consueti della musica leggera. Per Peppe Fonte è come chiudere un cerchio Luciano Ceri, Vinile
Lo aspettavano come una‘manna’, questo disco di Peppe Fonte che canta le canzoni di Piero Ciampi, i pochi e pazienti ciampiani che amano ancora tanto l’attesa (...) Un disco tutto da ascoltare e riascoltare (...) con gli arrangiamenti musicali di un grande maestro quale è Riccardo Biseo per rendere l’opera unica, misteriosa. Irripetibile ed ogni altra parola o considerazione su questo disco sarebbe troppo Francesco De Martino, Il quotidiano di Bari
Pino Pavone con Ciampi ha scritto canzoni che potrebbero stare in vetta alle hit di ogni tempo (...) Fonte, con dei lampi di classe cristallina, riesce a dilatare ancora di più il fascino delle canzoni di Piero Ciampi grazie pure al prezioso ausilio di Riccardo Biseo (direzione, arrangiamenti), Silvio Ariotta (contrabbasso), Ismaele Rocca (batteria), Vito Procopio (sax alto) Franco Catricalà (basso elettrico) e del fonico Lucio Ranieri Mimmo Mastrangelo, Avvenire
Un giusto tributo a Piero Ciampi e alle sue canzoni scritte con Pino Pavone con una serie di rarità e inediti. Nell'interpretazione di Peppe Fonte il suono e la mestizia di Ciampi e Pavone traspaiono con rimpianto (...) Un cd che ci riporta ad antiche dolci o aspre sonorità Marco Ranaldi, Alias-Il manifesto
E' l’intenso racconto in note di un sodalizio artistico e dell’intreccio di collaborazioni, non solo musicali Gaetano Menna, Mondo agricolo
Fonte rilegge una manciata di canzoni di Ciampi, spesso scritte in coppia con Pavone che nella prima appare anche in voce, generando con la sua vocalità sofferta, un bellissimo contrasto con quella più perentoria di Fonte. Gran bel disco, insomma ... Assolutamente da leggere anche i testi interni, di Sacchi e di Fonte stesso Alberto Bazzurro, Musica Jazz
Un tributo, tra il lirico ed il forense, tra un pathos ed il blues più blu, ad un poeta come Piero Ciampi (...) Una piccola perla, incastonata in un package semplice e delizioso, come quello che la Squilibri ha da tempo messo in cantiere Giancarlo Passarella, Musicalnews
Fonte ripristina in disco il connubio tra Ciampi e Pavone, ripercorre la direttrice Livorno-Catanzaro, ne alimenta di nuovo il cortocircuito, anche servendosi di brani inediti. (...) Non c'è dunque trucco nè finzione, l'adesione alla materia è totale, incondizionata Pier Carlo Poggio, Blow Up
I brani dello chansonnier maledetto per eccellenza e del suo unico coautore sono di un'intensità e di una poesia oggi rarissime Raffaello Carabini, 50+
Ci sono dischi che hanno il pregio di catturare nei loro solchi, un immaginario e con esso un intero universo, un’epoca.(...) Un disco prezioso, suonato e cantato in modo eccellente ed impreziosito da un corposo booklet (...) con alcuni stralci dei manoscritti di Piero Ciampi. Un gioiello da ascoltare dalla prima all’ultima nota Salvatore Esposito, Blogfoolk
Molta bellezza la sa covare e scovare anche il catanzarese Peppe Fonte che, su un asse Toscana-Calabria, ritrova canzoni perdute, note e meno note, e torna a scandagliare un repertorio mai troppo valorizzato Guido Festinese, Alias-Il Manifesto