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Maurizio Agamennone

Varco le soglie e vedo

contiene cd  esaurito

Canto e devozioni confraternali nel Cilento antico
2011, 
€ 25
Formato 15x21, 54 foto a colori, pp. 304

 

Il "piccolo rito cilentano" è una pratica devozionale che le confraternite del Cilento antico eseguono da generazioni, con canti monodici e polifonici nelle chiese, in occasione della Settimana Santa. Per le condizioni storico-culturali e le forme del paesaggio il rito ha assunto un profilo peculiare che connota fortemente l'area, svolgendosi come una circum-ambulazione attorno al Monte Stella densa di significati simbolici attraverso i quali si delimita un territorio di appartenenze comuni e si evoca uno scenario di vissuto condiviso, segnato da esperienze storiche remote ma ancora vitali nella memoria, nel mito, nell'immaginario sociale e nel discorso pubblico.

Raccogliendo i risultati di una ventennale ricerca sul campo, il volume, con oltre cinquanta fotografie, la registrazione dei canti nel CD allegato e un ricco apparato di trascrizioni,  ricostruisce le vicende di questa devozione nel corso di circa due secoli, con il ricorso ai documenti prodotti dai sodalizi locali e dalle autorità civili ed ecclesiastiche, e offre una puntuale analisi di un agire musicale del tutto originale.

Ascolta il brano Stava Maria dolente della Confraternita di Serramezzana

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Maurizio Agamennone insegna Etnomusicologia presso l’Università di Firenze e l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia. Si è occupato di forme e pratiche della poesia cantata, di procedure e assetti performativi nelle polifonie e degli esiti musicali del confronto interculturale nel mondo contemporaneo.

 

Il Venerdì Santo è il giorno in cui rivive una tradizione secolare, il giorno delle Confraternite e dei canti devozionali per la Passione del Cristo, espressioni della religiosità popolare cilentana che sono state documentate in un libro (...) Agamennone ha registrato le melodie, tramandate oralmente da generazioni; ha raccolto foto e ha ricostruito, con documenti che abbracciano due secoli, il profilo socio-culturale di una devozione che è legata al paesaggio e al territorio. Rosamaria Morinelli, La Città

Un viaggio nel "piccolo rito cilentano" fatto di canti monodici e polifonici nelle chiese. Tanti i significati simoblici e le esperienze fatte di mito e di fede che si intersecano nelle lamentazioni. Il volume, con oltre cinquanta fotografie, comprende anche un cd e un ricco apparato di trascrizioni per ricostruire le remote vicende della vita religiosa. Nicola Nicoletti, Il mattino

Un lavoro frutto di vent'anni di osservazioni sul campo (...) che ha fatto emergere come il rituale delle confraternite che si muovono in maniera circolare intorno al monte Stella sia un intreccio di rapporti e di relazioni. Un intreccio che determina uno scambio di visite tra le congreghe per mantenere attivi antichi legami. Stefania Martino, Il corriere del mezzogiorno

una raccolta di canti e devozioni che le Confraternite intonano al cospetto del Santo Sepolcro, il Venerdì di passione. Parole che sono il percorso in cui si sviluppa una ritualità affidata a gesti e segni che hanno nel canto la colonna sonora di un sentimento di costrizione e pentimento. Mario Morrone, Il salernitano

Il libro è un documento di grande rigore scientifico che testimonia una ricerca ventennale, dove si ricostruiscono le vicende di questa devozione nel corso di due secoli, spesso con l'aiuto dei documenti delle comunità ecclesiastiche. Giuseppe Ianni, Cronache del mezzogiorno

Ai canti devozionali che caratterizzano questa "pietà del popolo" con il suo "piccolo rito", che rivendica la sua autonomia rispetto alla liturgia della Chiesa, l'etnomusicologo Maurizio Agamennone ha dedicato vent'anni di ricerche (...) E' un lavoro che conduce il lettore attraverso una narrazione affascinante e rigorosa (...) La documentazione musicale ci consegna una selezione di varie forme vocali espresse da dodici confraternite diverse. Alessio Surian, Il manifesto

Le autorità ecclesiastiche hanno cercato di contrastare questa tradizione ma – nonostante i colpi inferti pure dall'emigrazione – non ce l'hanno fatta. (...) Un cd di oltre un'ora allegato al libro consente di gustare più pienamente l'opera. Rocco Di Blasi, Il salvagente

l'accento è posto sulla ascendenza colta che si combina con i modi vocali contadini, producendo una declinazione autonoma dell'espressione canora: è il processo di "ruralizzazione" la caratterizzazione forte di un rito dai tratti culturali e dai significati simbolici propri che lo rendono unico, vibrante, drammatico. Ciro De Rosa, Il giornale della musica

La vocalità è assoluta. Unica. Di cuore. Sentita. Con moduli vocalici interessanti che meriterebbero uno studio quasi "diagnostico" perché, oltre alle contaminazioni melodiche melodrammatiche ottocentesche, a volte svelano ancestrali evocazioni comuni a canti ebraici di area mediterranea. (...) Grazie a Dio autori come Agamennone e altri non ci permettono di scusarci con il dire non sapevamo quanta eredità ci stavano lasciando i nostri padri. Pasquale Troia, Rivista Liturgica

Il volume è il frutto maturo di una ricerca ventennale intorno ad una pratica rituale e devozionale che le confraternite del Cilento antico eseguono da generazioni, con canti monodici e polifonici nelle chiese, in occasione della Settimana Santa. Quel che emerge dalla ricerca è un mondo attraversato da caratteristiche di lunga durata che gli hanno consentito di sopravvivere e rinnovarsi nel tempo, senza neppure cedere alla fascinazione delle diverse forme di neospettacolarizzazione che, invece, si sono largamente diffuse nella penisola, durante gli ultimi decenniAntonello Colimberti, Europa