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Damiano D'Ambrosio e i Cantori Materani

Sassincanto     

contiene cd 

Canti popolari della tradizione materana
2023, € 20

Formato 21x29,7, pp. 182
a cura di Michele Saponaro         

 

In offerta con il 5% di sconto

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Tutto è iniziato nel 2010 dall’incontro tra Damiano D’Ambrosio e i Cantori Materani. Il primo, musicista di grande sensibilità, attento ai temi della ricerca e del recupero di temi popolari, sulla spinta degli ottimi riscontri avuti con le sue prime prove in questo ambito, meditava di cimentarsi in una più ampia e distesa immersione nel grande fiume carsico delle musiche di tradizione orale della Basilicata, anche in ragione del ruolo fondativo che “il paese dei cupa cupa” ha avuto nella storia della moderna etnomusicologia italiana. Diretto da Alessandra Barbaro, il coro dei Cantori Materani, fin nella sua stessa denominazione, ha una spiccata vocazione verso le musiche e i repertori della terra che gli ha dato origine, pur avendo una sua propria, costituzionale, versatilità che gli ha consentito di affrontare tutti i generi della musica corale, dal canto gregoriano alla musica sinfonica, con esecuzioni impeccabili di grandi opere anche in prima assoluta.

E fu così Sassincanto, un cd con le libere rivisitazioni del maestro D’Ambrosio di 14 brani rappresentativi delle tradizioni musicali materane magistralmente interpretati dai coristi della “città dei Sassi”, capaci di una grande duttilità nell’assecondare la varietà di registri espressivi, melodici e timbrici dei brani.

Quell’opera ora è restituita a una nuova vita in allegato al volume omonimo che, con nuovi apparati critici e le trascrizioni musicali di tutti i brani, ne evidenzia ulteriormente l’importanza e l’originalità ai fini di un recupero consapevole di una specifica eredità culturale, trasposta in un linguaggio musicale più vicino alla sensibilità contemporanea. Con un ampio saggio critico, Caterina Pontrandolfo offre per ogni brano il pertinente contesto culturale, colto anche in relazione all’originalità della rivisitazione artistica, mentre Patrizia Del Puente nel suo scritto si sofferma sulla ricchezza di assonanze e declinazioni verbali che i brani presentano in relazione al dialetto. Gran parte dell’opera è costituita dalle trascrizioni musicali realizzate dallo stesso Maestro D’Ambrosio, nella speranza che queste rivisitazioni possano essere riprese anche da altri interpreti al di là dei confini regionali.

A legare assieme le due opere, il CD del 2010 e il volume di oggi, un dipinto del 1962 di Luigi Guerricchio, “Tetti di Sassi”, scelto come immagine di copertina per entrambi da Michele Saponaro, curatore di questa nuova iniziativa editoriale, perché contiene in sé gli elementi che maggiormente contraddistinguono l’impresa realizzata dal Maestro D’Ambrosio assieme ai Cantori Materani: tradizione e modernità, le radici di un’appartenenza e le ali di un’apertura verso il mondo.

 

 

 damiano dambrosio
Musicista e compositore,  autore di numerose partiture orchestrali, cameristiche e corali, Damiano D'Ambrosio ha lavorato anche per il teatro e ha all'attivo la realizzazione di numerosi CD.   Per Matera Capitale Europea della Cultura 2019 ha composto Stupor Mundi e, nello stesso anno al Mozarteum di Salisburgo e alla Philharmonie Kammermusiksaal di Berlino, è stato eseguito Il Canto dei Sassi. Sue composizioni sono state eseguite in varie città italiane ed estere, da Salisburgo a Praga, da Londra a New York.

 

 

            cantori materani bn
Il coro Cantori Materani nasce, nel 1975, per 
volontà del maestro Eustachio e, dal 1988, è diretto dalla figlia Alessandra. Formatosi nell’ambito liturgico, nell’arco di una pluridecennale attività hanno raccolto numerosi riconoscimenti e consensi, facendosi apprezzare per la qualità delle voci e del loro colore timbrico. Il coro ha affrontato tutti i generi della musica corale, dal canto gregoriano alla musica sinfonico-corale con esecuzioni di importanti opere anche in prima assoluta.

 

 

Il risultato è solenne e maestoso, un’elegia quasi religiosa che si alza verso l’infinito, sia che le magnifiche voci intonino una “cupa cupa”, come l’iniziale canto di questua omonimo, sia propongano una “tricchiesca”, il canto di campagna tipico del materano per alleviare la fatica del lavoro nei campi. (...) I 44 elementi del coro di Matera offrono una performance di rilievo, in cui la ricchezza dei loro registri espressivi, melodici e timbrici emerge in tutta la sua bellezza poetica ed emozionale, in tutta la sua forza d’impatto, in ogni sfumatura di vissuto e di sentimento. Il dialetto diventa magia, semplici melodie diventano espressioni a tutto tondo cariche di intrecci melodici e armonici, la vita quotidiana nella sua raffigurazione tradizionale assurge a stimolo per elaborare una meraviglia espressiva di valore assoluto Raffaello Carabini, Spettakolo.it 

Tradizioni popolari e contemporaneità, un dialogo naturale e insieme complicato (...) Dopo "In re viva voce" e "Nuovi canti della Terra d'Abruzzo", "Sassincanto" getta luce su un'altra cultura che non ne vuole sapere di alzare le braccia alle vacue finzioni dell'oggi Piercarlo Poggio, Blow Up

La musica tradizionale lucana, rielaborata per coro polifonico, può amplificare agli occhi e alle orecchie la bellezza dei Sassi, il suggestivo complesso di abitazioni scavate nella roccia Gaetano Menna, Leggere tutti 

Un interessante sguardo sul patrimonio dell’Italia peninsulare, un importante lavoro editoriale interdisciplinare, un ricco apparato di nuove composizioni corali che valorizzano un ampio e poco conosciuto repertorio vocale di tradizione orale. Consigliatissimo Elide Melchioni, Choraliter

Il maestro D'Ambrosio selezionò quattordici canti popolari e, matita e pentagramma alla mano, ne cavò altrettante palpitanti versioni polifoniche per corale, nelle persone dei formidabili Cantori Materani, con la direzione attenta di Alessandra Barbero. Un bel ponte tra passato e futuro, insomma, rammentando che ogni intervento su quanto sarebbe destinato a scomparire preserva invece tratti solidi che saranno a loro volta oggetto di imperscrutabili rielaborazioni in futuro: questa è tradizione, non un’asettica teca museale di creature musicali fossilizzate  Guido Festinese, Il manifesto

Non mancano esempi di canti all’altalena, canti satirici, canti iterativi e canti alla zampogna. Notevole appare pure la versione della canzone primaverile “La Pampanèlla” e superba la resa del celebre gioco di mietitura “U Nigghië”, ripreso da D’Ambrosio per quattro voci di soprani, contralti, tenori e bassi. Siamo di fronte a patrimoni dall’incommensurabile valore culturale, per i quali l’intervento compositivo non intende essere solo un’affermazione di appartenenza ma vuole aprire la strada a nuove interpretazioni, favorire la diffusione attraverso future rielaborazioni, nel nome di una tradizione non fissa, non musealizzata e mummificata Ciro De Rosa, Blogfoolk

 Un'opera di assoluto rigore e completezza Alberto Bazzurro, MusicaJazz

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