Sergio Secondiano Sacchi
Storie e amori d'anarchie
Gli avvenimenti e le canzoni che raccontano un'idea di libertà e di rivolta
2021, € 25
Formato 15x21, con 22 disegni di Sergio Staino e un CD allegati, pp. 280
In offerta con il 5% di sconto
All’origine di questo libro c’è uno spettacolo, Cançons d’amor i d’anarquia, presentato per la prima volta al Teatre Joventut di Barcellona e poi ripreso anche in Italia con l’intento di raccontare, in 21 canzoni, gli avvenimenti che hanno alimentato quell’idea di libertà e rivolta passata alla storia come anarchia.
Un ideale che ha avuto diverse incarnazioni a seconda dei contesti e dei protagonisti, da quella catartica dell’Inno della rivolta a quella interna al mondo sindacale dell’’Industrial Workers of The World, dall’illegalismo di Buenaventura Durruti e dei Solidarios all’agire sanguinario della banda Bonnot, dalla tensione verso un progetto politico di respiro collettivo fino al gesto solitario e dimostrativo di un “treno lanciato contro l’ingiustizia”: ventuno storie d’amore, insomma, per tanti possibili tipi di anarchia.
Ripercorrendo le vicende evocate nelle canzoni, il libro ricostruisce una vivacissima temperie culturale e politica che, dalla Comune di Parigi, arriva fin quasi ai giorni nostri, soffermandosi sulle gesta di autori entrati di prepotenza nella mitologia rivoluzionaria, da Joe Hill a Pietro Gori fino a Giuseppe Pinelli, senza trascurare gli “anonimi compagni”, che hanno contribuito ad alimentare quell’ideale. Estendendosi anche a realtà non molto conosciute, come quella dell’anarchismo argentino, il racconto si dilunga sugli intrecciati lasciti della Grande guerra che, con la nascita in Europa dei regimi totalitari, porteranno alla sconfitta, in Spagna, di eserciti composti da combattenti di diverse nazionalità, sostenuti da speranze mai dome.
Con i disegni di Sergio Staino e, nel cd, le voci e i suoni di Juan Carlos Biondini, Silvia Comes, Vittorio De Scalzi, Dani Flaco, Julyen Hamilton, Joan Isaac, Alessio Lega, Olden, Anna Roig, Wayne Scott, Scraps Orchestra e Peppe Voltarelli
Lo spettacolo Cançons d’amor i d’anarquia è poi diventato anche un film-documentario ad opera di Carlos Benpar
Dall'introduzione di Sergio Secondiano Sacchi
Per vari motivi, il quarto libro della collana I libri del Club Tenco nasce all’insegna dell’estensione, non fosse altro perché la genesi risale a una domenica di sei anni fa, il 2 marzo 2014. Quella sera era in programma al Teatre Joventut di Hospitalet de Llobregat, un sobborgo barcellonese di 250.000 abitanti, il recital di Joan Isaac Cançons d’amor i d’anarquia, che avevo scritto e curato partendo da un input di Pere Camps, patron del Festival Barnasants che ne aveva poi organizzato l’allestimento in collaborazione con Cose di Amilcare, la costola locale del Club Tenco. Uno spettacolo documentato in seguito da un omonimo doppio cd edito dalla Picap e da un film di Carlos Benpar, entrato nella cinquina dei Premi Goya e poi presentato anche a Parigi. Si trattava, in realtà, di una rappresentazione dal respiro collettivo cui partecipavano sette cantanti e di un ballerino. Il nome di Joan Isaac figurava evidenziato in cartellone per due motivi: per elementari leggi dello spettacolo che puntano sul nome di un artista famoso come traino di pubblico e stampa, e perché Pere Camps aveva voluto fare coincidere la data della rappresentazione con il quarantesimo anniversario dell’esecuzione dell’anarchico catalano Salvador Puig Antich, la cui memoria è stata mantenuta viva, in tutto questo periodo, proprio dalla canzone di Joan A Margalida. L’emozione che serpeggiava nel teatro stracolmo ha dato ragione a chi ha creduto nell’iniziativa, ripetuta in seguito a Manresa e a Barcellona.
Sergio Staino, presente in sala, se ne è talmente innamorato da volerla proporre anche in Italia. E così ne è nata una versione nella nostra lingua (anche se, in realtà, a essere una traduzione era l’originale versione catalana) che ha comportato alcune modifiche nel repertorio, un innesto di artisti e di musicisti nostrani, alcuni cambi idiomatici e di arrangiamenti. E questo per ragioni del tutto evidenti: la Spagna, paese di grandi tradizioni anarchiste, non ha partecipato alla grande Guerra e le cupe nebbie del lungo periodo franchista hanno rese indistinte, là come qua, la trasmissione e il reperimento delle notizie. In Spagna si ignora la strage di piazza Fontana esattamente come, da noi, è ignota l’attività clandestina dei maquis, i resistente armati.
Staino ha proposto l’iniziativa ad Alessio Gramolati, segretario della CGIL toscana, che l’ha accolta con entusiasmo mettendola in programma in occasione del Primo Maggio . L’allestimento italiano è andato in scena all’Obihall di Firenze e, in considerazione del successo ottenuto, creando un fil rouge e noir in grado di unire Barcellona con un’altra patria dell’anarchismo, è stato replicato l’anno seguente a Carrara, sempre in occasione della Festa dei Lavoratori. Qui lo spettacolo è stato allestito in extremis al Carrarafiere, dopo che una pioggia torrenziale aveva impedito che si svolgesse, come da programma, nello scenario suggestivo di una cava dismessa. In un curioso contrasto ambientale lo spettacolo è stato rappresentato anche al teatro del Casino di Sanremo, durante una due giorno dedicata alle attività di Cose di Amilcare.
Ora il fedele e immancabile supporto di Sergio Staino mi dà la possibilità di fornire ulteriori impulsi al progetto con un libro-cd che, pur proponendo registrazioni proveniente da tutte e sei la rappresentazioni, costituisce il reportage fedele dello spettacolo italiano. Alternando racconti e immagini, parole e miti, anche il libro è un’estensione: dello spettacolo, perché i flash introduttivi di ogni brano, affidati sulla scena alle musiche della Scraps Orchestra e alla documentazione audiovisiva, vengono qui sostituiti da un’articolata narrazione storica. Fedeli al titolo dello spettacolo italiano Storie e amori d’anarchie, le pagine raccontano, a volte con dovizia di particolari, le vicende storiche e umane che stanno dietro alle canzoni. E soprattutto gli amori per una causa che è al contempo fede assoluta: l’Anarchia. Se ingiustizie e volontà di riscatto spingono alla lotta e all’odio di classe, è solo l’amore per un ideale che permette a tante persone di mettere in gioco perfino la propria esistenza, a volte sacrificandola.
Ma il modello di Anarchia idealizzato non è mai univoco e cambia a seconda delle diverse situazioni. C’è quello barricadero e catartico del Canto della Rivolta che esalta il sovvertimento sociale e il relativo scontro armato nelle strade. Insomma: la Rivoluzione. E c’è quella conflittuale dell’Industrial Workers of The World, organizzazione sindacale nordamericana ferocemente contraria alla sempiterna lotta tra ultimi e penultimi e quindi nemica dei sindacati di categoría tradizionali, tesi al sacrificio dei nuovi immigrati e della gente di colore sull’altare di un patriziato operaio anglofono. C’è l’illegalismo vitalistico di Buenaventura Durruti e dei Solidarios, disposti a svaligiare banche per finanziare iniziative e organizzazioni libertarie, e quello tragico e sanguinario dei membri della banda Bonnot che, in nome del più esasperato individualismo, fanno le stesse operazioni, ma per se stessi, finendo così per mischiarsi alla delinquenza comune. C’è l’anarchismo organizzato, predicato da Malatesta e teso alla sollevazione di massa, che si contrapone con veemenza a quello solitario che predica il gesto dimostrativo. C’è il terrorismo indiscriminato contro un simbolo astratto, come quello del macchinista di Guccini che si lancia verso “un treno pieno di signori”, e quello mirato di Simon Radowitzky contro l’odiatissimo colonnello Falcón, responsable della dure represssioni nei confronti di scioperi e manifestazioni. Ci sono anarchici uccisi e altri che, a loro volta, sparano: contro l’esercito nell’epopea della Comune di Parigi o contro i comunisti durante le giornate di maggio del ’37 a Barcellona. E poi le illusioni adrenaliniche di breve respiro del Sessantotto parigino e la fiamma dell’Utopia che non va mai spenta.
Le ventuno storie che compongono il libro tessono le narrazioni di persone famose e di umili comprimari, ci fanno rivivere l’odissea di Pietro Gori permettendoci, però, di conoscere anche i gli anonimi compagni espulsi insieme a lui dalla Confederazione Svizzera. Raccontano la via crucis di Sacco e Vanzetti e il martirio di Giuseppe Pinelli, che mai sarà lecito dimenticare, o l’indomabile volontà di personaggi come Buenaventura Durruti o Joe Hill, entrati di prepotenza nella mitologia rivoluzionaria. Ma ci illustrano realtà non molto conosciute, seppure vitali, come quella dell’anarchismo argentino che ha saputo offrire a decine di migliaia di ignoti militanti una prospettiva di cambiamento delle loro misere condizioni di vita, oppure raffigurano gli intrecciati lasciti della Grande guerra che non stanno solo in canzoni come Gorizia tu sei maledetta o La chanson de Craonne, ma che prendono corpo e memoria nelle ferite di soldati e civili, nelle miserie disseminate dentro strade e case, nella Rivoluzione bolscevica che cambia la storia di un secolo, nella fine dell’anarco-sindacalismo statunitense e nelle nascite di fascismo e nazismo che condurranno alla sconfitta, in terra di Spagna, di vari eserciti, tutti composti da uomini combattenti e da illusioni mai dome.
Sono, insomma, ventuno storie d’amore. Per tanti tipi di possibili anarchie.
Il CD
1 Inno della rivolta 05,02
2 La settimana di sangue 04,55
3 Né Dio né padrone 02,29
4 Eight hour day 02,29
5 La locomotora 08,52
6 Addio Lugano bella 03,30
7 La verbena anarquista 01,55
8 Éste y aquél 03,30
9 Gli anarchici 02,57
10 La banda à Bonnot 02,37
11 Gorizia tu sei maledetta 04,22
12 Joe Hill 03,18
13 Vigliacca! 04,05
14 El Señor Buenaventura 03,30
15 Sacco e Vanzetti 03,10
16 Historia de tres amigos 02,54
17 A las barricadas 03,19
18 Canzone del maggio 02,44
19 Miserere capinere 03,24
20 A Margalida 03,36
21 Here’s to you 04,37
Il trailer del film di Carlos Benpar
Due disegni di Sergio Staino
Architetto con la passione della musica, Sergio Secondiano Sacchi ha scritto libri sulla canzone d’autore e curato dischi collettivi, presentando in Italia autori come Vladimir Vysotskij, Pablo Milanés, Lluís Llach, Pi de La Serra e Joaquín Sabina. Per Squilibri ha curato Multifilter. Mito e memoria del padre nella canzone
Disegnatore, scrittore, regista, operatore culturale e vignettista “storico” de l’Unità, di cui è stato anche direttore, Sergio Staino collabora tuttora con alcuni dei più importanti quotidiani e periodici italiani.
Capsule di memoria sotto forma di canzoni, dalla milonga argentina al country impegnato (...), dal '68 di De André (La canzone del maggio) fino all'elegiaca A margalida del catalano Joan Isaac. Una varietà di registri che rispecchia le tante anime di guerrieri e visionari, sindacalisti e mezzi gangster, cantanti e attivisti Pier Andrea Canei, Il Sole 24-Domenicale
Un imprescindibile libro-memento, una duplice partitura - letteraria e musicale - poggiata sul binomio amore & anarchia. Una corale a più voci, animata da un medesimo movente egalitario, da leggere, rileggere, ascoltare e riascoltare Mario Bonanno, Solo Libri
Un lavoro accuratissimo, che si legge e ascolta con grande piacere. Sacchi, oltre a raccontare queste, spesso toccanti, storie di uomini e donne, individua alcuni nessi fondamentali della storia dei libertari ( la dialettica fra organizzazione e individualismo, il dibattito sulla violenza e sugli attentati) e fornisce anche al lettore una serie di riferimenti bibliografici, discografici e anche cinematografici Marco Buttafuoco, Globalist
Con una visione disincantata e attualizzata della funzione del canto politico: un lavoro eccellente di Sergio Secondiano Sacchi supportato dai disegni di Sergio Staino Anna Menichetti, RSI_Radio Svizzera Italiana
Qualcosa di più di un libro di storia. Quel di più è dato dalla passione, dal racconto partecipato, dall’aperto schierarsi. (...) Non pensiate però di trovarvi davanti un cantaintasca dell’Anarchia, da intonare tutti insieme al Campeggio Bakunin. I versi delle canzoni (e delle poesie) che hanno dato parole e note a quella fiaccola sono infatti solo un (importante, sia chiaro) corollario alla narrazione di un secolo di Anarchie, di quella galassia di pensieri ribelli che magari ci staranno nei cuori, ma che intanto nei manuali scolastici sono liquidati in quindici righe Andrea K Caponeri, L'isola che non c'era
Storie e amori d'anarchie ha il grande merito di riportare l'attenzione su pagine di storia poco note o perdute e di collegarle a brani talvolta ingiustamente caduti nell'oblio Piercarlo Poggio, Blow Up
Mi pare quasi commovente, in un momento dove la classe politica è rappresentata (per l’establishment) da un banchiere e, per quanto riguarda l’alternativa, da un rapper milionario, sposato a una “influencer”, ripercorrere la storia popolare dei movimenti di rivolta; una storia che, da qualsiasi parte la si rivolti, e le giravolte che propone il libro sono molteplici, trae spunto sempre da istanze proletarie che trovano sfogo in movimenti quasi mai “politically correct”, ma di sicuro di grande presa nell’ immaginario inconscio collettivo delle classi sfruttate Andrea Trevaini, Buscadero
Con un disco pieno di storia e fascino da ascoltare fino in fondo, Sergio Secondiano Sacchi ci offre una ulteriore ed importante occasione per riflettere sulla storia del pensiero libertario e l’anarchia, in un momento storico in cui l’oscurantismo e le pulsioni dittatoriali sembrano ritornare sempre con maggior frequenza Salvatore Esposito, Blogfoolk