Riccardo Cucciolla, Matteo Salvatore
A Sud
Il racconto del lungo silenzio
2014, € 15
Formato 14x19,5, 17 foto in b/n e a colori, pp. 71
In offerta con il 5% di sconto
Riccardo Cucciolla legge le testimonianze più alte di una irripetibile stagione di impegno meridionalistico, da Rocco Scotellaro a Ernesto De Martino, e Matteo Salvatore le commenta a caldo, affidando il proprio pensiero ai brani più rappresentativi del suo repertorio, mentre le fotografie di Paolo Longo offrono allo sguardo contesti e volti evocati in quei testi e in quei canti: questi gli elementi di un evento promosso il 14 gennaio 1978 da Emanuela Angiuli a conclusione di una mostra, Puglia ex voto, allestita nella Biblioteca Provinciale De Gemmis di Bari.
A cura di Giovanni Rinaldi, testimone e autore delle registrazioni conservate ora nell’Archivio Sonoro della Puglia, un appassionante reading multimediale che, nell’intreccio di parole, suoni e immagini, racconta “il lungo silenzio della gente del Sud”.
Ascolta il brano di Matteo Salvatore Il Pescatore
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14 gennaio 1978, Bari, Biblioteca De Gemmis. Con il mio registratore Uher 4400 ero in prima fila per documentare quella che a mio parere si presentava come un’occasione unica: registrare dal vivo, in un contesto pubblico, ma raccolto, la voce di Matteo Salvatore. In quegli anni ero un giovane ricercatore in ambito etno-antropologico e mi dedicavo, insieme a Paola Sobrero, al progetto “Archivio della cultura di base” presso la Biblioteca Provinciale di Foggia.
A Bari frequentavo spesso la Biblioteca Provinciale De Gemmis per l’amicizia e le collaborazioni che mi legavano alla sua direttrice Emanuela Angiuli. Nelle due biblioteche, a Foggia e a Bari, si erano avviati da oltre un anno dei progetti di ricerca e riproposta delle culture popolari.Le biblioteche si aprivano in quegli anni al territorio, anzi lo esploravano e provavano ad affiancare ai beni tradizionalmente ‘librari’ e cartacei, quelli più insoliti e difficili da individuare per la loro ‘immaterialità’: forme ed espressioni dei protagonisti della storia popolare documentate attraverso fotografie, registrazioni su nastro magnetico, i primi video. Il nastro magnetico che registrai quella sera è rimasto nel mio archivio, insieme ad altre centinaia, inascoltato, per più di trent’anni.
Solo oggi il lavoro di digitalizzazione del mio “fondo” (contenente le ricerche effettuate in Puglia con Paola Sobrero alla fine degli anni ’70), promosso dall’Archivio Sonoro di Puglia, ha permesso il salvataggio di una eccezionale quantità di documenti sonori, finalmente fruibili presso la Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti di Bari. Le biblioteche sono tornate così a essere un punto di riferimento per la ricerca e la riflessione sulle culture popolari, culture spesso mantenute ai margini dei processi di documentazione, analisi e approfondimento.
È stato così possibile realizzare questo volume, che unisce alle trascrizioni dei documenti sonori raccolti nel CD allegato, una selezione delle tante fotografie che Paolo Longo ci ha cortesemente inviato per l’occasione, tra quelle proiettate nella performance dal vivo a Bari. In quella umida e fredda sera del 14 gennaio 1978, Matteo Salvatore ritrovò, forse, la stessa atmosfera delle serate romane o torinesi nelle quali, ospite esotico, intratteneva con le sue nenie, le sue storie, le sue ballate, attenti intellettuali borghesi che lo ascoltavano riconoscendolo come simbolo e rappresentante di un popolo che spesso veniva invocato e che, altrettanto spesso, restava sconosciuto e misterioso.
Quella stessa sera, però, noi tutti, ricercatori, insegnanti, studenti, un pubblico eterogeneo, non eravamo in un salotto di un’abitazione privata, ma in una biblioteca pubblica. Era uno dei sogni di Matteo, la biblioteca: “Vorrei che qualcuno scriva un libro sulla mia vita per conservare il mio ricordo nelle Biblioteche di tutta l’Italia e anche all’estero e riuscire a fare anche un film"Alle parole dei libri, dei manoscritti, dei giornali, custodite gelosamente su metallici scaffali, si mescolavano le timide, ma talvolta sfrontate, parole della memoria orale. Parole che non avevano avuto bisogno di carta per trasferirsi di bocca in bocca per anni, per decenni, per secoli. Per una sera, in una biblioteca, le parole di Ernesto De Martino, di Rocco Scotellaro, di Tommaso Fiore, attraverso la voce di Riccardo Cucciolla, non venivano ascoltate quali punti di vista unici, alti, colti, ma accostate sobriamente alla parola, alla voce, di chi era stato osservato, analizzato, interpretato e ora, lì, diceva la sua, confermando o contrastando con la propria diretta esperienza le riflessioni di chi aveva provato a comprendere il ‘mondo popolare’. Emanuela Angiuli chiudeva con questo evento la lunga esposizione della mostra Puglia ex voto. Documenti di cultura popolare in Italia meridionale che dall’estate all’autunno del 1977 aveva accolto scolaresche, studiosi e ricercatori.
L’Angiuli presentava così i contenuti di questa sorta di reading che miscelava musica, letteratura e immagini sul tema della festa: “La festa religiosa, la festa patronale, attraverso le varie situazioni della festa. Nella prima parte delle immagini vedrete una serie di mezzi di trasporto e il momento dell’arrivo alla festa. Vedrete poi il momento della processione, del mercato, vedrete poi il momento della festa e l’esplosione della gioia – attraverso una tarantella –, vedrete ancora i volti e le situazioni della festa, quelli che noi chiamiamo i protagonisti e vedrete ancora il momento più particolare, che è la richiesta di grazia, che si ricollega al tema del comportamento votivo, del comportamento devozionale. E infine vedrete una serie di immagini che riprendono la situazione di base, cioè il culto della divinità.Le immagini fotografiche che quella sera venivano proiettate sono di Paolo Longo, giornalista e fotografo attento soprattutto alle dinamiche festive e collettive delle culture popolari in Puglia, che avevo incontrato spesso al Santuario dell’Incoronata a Foggia, ai Santi Medici a Bitonto, così come nelle manifestazioni sindacali e negli scioperi bracciantili di Cerignola e del Tavoliere delle Puglie”.
Le fotografie di Longo facevano da scenografia virtuale alla voce e alle parole lette da Riccardo Cucciolla, che la Angiuli presentava così: “La presenza di Riccardo Cucciolla non è casuale. Non vogliamo tanto far leva su Riccardo Cucciolla attore impegnatissimo in teatro e nel cinema, ma abbiamo invitato Cucciolla perché è pugliese, perché è molto vicino alla cultura della sua terra, che continuamente lo tiene legato, non soltanto per motivi affettivi, ma per motivi di profonda adesione alla cultura pugliese. Cucciolla vi presenterà, vi leggerà dei brani tratti dalle opere di Ernesto De Martino. Ernesto De Martino ha ancora molte cose da insegnarci ed è grave il vuoto che esiste intorno a Ernesto De Martino nella nostra regione. Ascolterete brani tratti dalle opere di Rocco Scotellaro, brani tratti da Contadini del sud, ascolterete ancora delle pagine di Tommaso Fiore. Tommaso Fiore conosceva molto profondamente il mondo della cultura rurale della Puglia, e ascolterete ancora altre pagine tratte da autori meridionali”.
Matteo Salvatore fu l’autore della colonna sonora di quella serata. Accompagnava con la sua chitarra i testi letti da Cucciolla e tra una lettura e l’altra raccontava e cantava le sue storie, in cui le parole assumevano la nitidezza di immagini, istantanee di una memoria cristallizzata.
il CD
1. Rocco Scotellaro, È fatto giorno 0:25 - Ernesto De Martino, Intorno a una storia del mondo popolare subalterno 1:49
2. Matteo Salvatore, La leggenda di San Nicola 4:56
3. Bernardo Miccioli, De vita et miraculis Sancti Nicolai 2:17
4. Matteo Salvatore, Maria Santissima Incoronata 5:05
5. Rocco Scotellaro, Contadini del Sud 1:43
6. Matteo Salvatore, San Lazzàro 4:41
7. Rocco Scotellaro, Pozzanghera nera il 18 aprile 1:18
8. Matteo Salvatore, Il venditore ambulante 3:19
9. Matteo Salvatore, Il pescivendolo 1:57
10. Ernesto De Martino, Gramsci e il folclore 1:56
11. Matteo Salvatore Il forestiero 4:49
12. Ernesto De Martino, Note lucane 2:23
13. Matteo Salvatore, Lu bene mio 2:12
14. Rocco Scotellaro, Contadini del Sud 1:36
15. Matteo Salvatore, San Luca 3:24
16. Tommaso Fiore, Un popolo di formiche 3:46
17. Matteo Salvatore, Arracunète 4:39
18. Ernesto De Martino, La terra del rimorso 1:45 - Rocco Scotellaro, Passaggio alla città 2:04
19. Matteo Salvatore, Paese mio ti lascio 3:30
20. Ernesto De Martino, In visita ad Altamura 1:11
Durata totale: 61:28
Le fotografie di Paolo Longo
Giovanni Rinaldi, ricercatore e divulgatore in ambito etno-musicologico, dalla fine degli anni '70 documenta la cultura materiale e la storia orale utilizzando mezzi audiovisivi e fotografici .
Un libretto da collezione, che tutti i pugliesi – e non solo – dovrebbero custodire gelosamente. Versi, storia, immagini, suoni, l’odore e l’anima del Mezzogiorno sono contenuti in 70 pagine, in cui ogni parola racconta l’essenza di una serata indimenticabile. (…) Resta rapito l’ascoltatore di oggi, esattamente come la platea, dotta e impegnata, di quella serata. Annalisa Graziano, L'Attacco
Dall'Archivio Sonoro della Puglia, ricco di tesori, esce adesso in pubblicazione una chicca rimasta nascosta per 36 anni. (...) E va detto che nulla più della musica, del canto e delle nenie di Matteo Salvatore rende chiaro il valore del 'lungo silenzio' del Sud, un silenzio frutto di violenza subita, ma anche di incapacità/dolore di uscirne, qui raccontato con l'ironia dei fatti quotidiani, le feste religiose, i rituali vari. (...) Uno spettacolo che si pensava perduto e invece eccolo qui fresco di stampa e di ascolto. Michele Fumagallo, Alias-Il Manifesto
Riascoltato oggi, a oltre trentacinque anni di distanza, l'universo musicale e ideale di Matteo Salvatore appare come un cristallo compatto (...) Era un grande cantastorie, Matteo Salvatore, e lo si capisce riascoltando non solo le canzoni, che paiono subito sprofondare in una dimensione prossima al sogno, ma soprattutto le parole che le introducono. Come se il cantastorie sia portato ad avvicinarsi alla canzone che sta per cantare per cerchi concentrici, rivelando poco alla volta, ma mai pienamente, quello che sarà l'oggetto del suo cantare Alessandro Leogrande, Corriere del Mezzogiorno
E il compito di Matteo Salvatore in quella serata non era quello di cantare le sue canzoni ma di raccontare, accompagnato dalla musica e ricordando canzoni popolari, momenti di vita delle genti del Sud di cui era stato testimone e attorno alle quali era regnato per secoli il silenzio. Stefania Labella, La gazzetta del Mezzogiorno
L’ascolto ci regala così perle rare come la dolce ninna nanna “La Leggenda di San Nicola”, i canti devozionali “Maria Santissima Incoronata”, “San Lazzaro” e “San Luca”, pittoreschi spaccati della realtà di paese come “Il Venditore Ambulante”, l’ammiccante “Il Pescivendolo”, e “Arrecunète, ma anche le ben note “Lu Bene Mio” e “Il Forestiero”. Il cantato di Matteo Salvatore è trascinante, ispirato, e la qualità della registrazione, fa trasparire chiaramente come lui stesso si senta parte di quella grande narrazione popolare che stava andando in scena grazie alle parole di Cucciolla. Insomma, “A Sud. Il Racconto Del Lungo Silenzio” non è solo un documento prezioso, ma è l’occasione per ascoltare una delle performance più intense ed ispirate di Matteo Salvatore. Onore al merito, dunque, al curatore Giovanni Rinaldi, che ebbe la lungimiranza di registrare quello straordinario reading, ma anche all’editore, SquiLibri, che conferma di essere una realtà unica in Italia per quello che riguarda la ricerca etnomusicologica. Salvatore Esposito, Blogfoolk
In una stagione di grande engagement politico, quale quella degli anni ’70 del secolo scorso, tre uomini del sud, tre intellettuali pugliesi, si incontrano per dare voce a chi una voce non l’aveva mai avuta. Così vengono ascoltati autori come Rocco Scotellaro (1922 – 1953) – il poeta contadino, sindaco per una breve stagione del suo paese, Tricarico, in Basilicata – Ernesto De Martino, il politico meridionalista (e non soltanto) Tommaso Fiore (1884 – 1973), con l’accompagnamento di un cantastorie come Matteo Salvatore. Giovanni Rinaldi, con la sua eccezionale testimonianza, ha consentito che questo materiale, digitalizzato, entrasse nell’Archivio sonoro della Puglia presso la Cittadella della Cultura di Bari a disposizione gratuita: il volume è un passo verso la diffusione verso un pubblico, di studiosi e non solo, sempre più vasto dei materiali sonori digitalizzati. Carlo De Nitti, Educazione e Scuola
Un lavoro di grande valore emotivo e documentario. Emotivo perché restituisce la voce e lo stile di un grande interprete della cultura popolare (…) in un contesto dal vivo, diverso dalle incisioni ‘ufficiali’. Documentario perché (…) dà modo di valutare la distanza che ci separa dalla stagione del revival ‘storico’ (nel 1978, ormai agli sgoccioli), nei modi di pensare la performance, di ‘pensare’ la stessa musica popolare come parte di una cultura musicale ‘altra’, oltre la dimensione dell’intrattenimento e della riscoperta delle proprie radici. (…) Una lezione di consapevolezza politica che molti nuovi esperti di tradizione dovrebbero ripassare Jacopo Tomatis, Il giornale della musica
un volumetto che, mettendo assieme immagini, musiche e parole, si snoda attraverso un percorso più unico che raro su feste, cerimonie e rituali popolari, con i loro canti devozionali ormai persi nel tempo, se non fossero stati fissati in questa registrazione Francesco De Martino, Il quotidiano di Bari
Un documento eccezionale e appassionante, la memoria viva di una terra come la Puglia, ricchissima di storia ed esperienze collettive, ma anche il respiro di una stagione della cultura italiana in cui la documentazione di feste, cerimonie e rituali popolari, coi loro canti devozionali, le pratiche magico-religiose, gli ex voto per grazia ricevuta miravano a far emergere le istanze di un popolo rimosso dalla cronaca e dalla storia ufficiale. Alcuni dei brani del cantastorie di Apricena sono rielaborazioni di brani tradizionali (come lo stupefacente Il venditore ambulante, Lu bene mio, Arracunéte, San Lazzaro), schegge di quella storia orale tramandata da contadini e braccianti del Tavoliere, che portavano luce ai sentimenti autentici dei lavoratori meridionali Flaviano De Luca, Viva Verdi