Awand n. 1
Rivista di arti e creatività
Autunno 2021, € 9
Formato 22x22, pp. 68
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I numeri di Awand non sono a tema, ci abbiamo pensato ma abbiamo preferito lasciare spazio un po’ al caso e un po’ al caos, i quali hanno fatto sì che il debutto fosse sbilanciato, visto che abbiamo intervistato più uomini che donne. Non sarà sempre così, non temete. Ci sono invece temi e domande trasversali che torneranno a più riprese. Per dirne una: c’è ed ha ancora senso una distinzione fra arte mainstream e arte alternativa?
Assieme alle interviste, l’essenza della rivista, troverete tre spazi monografici: uno dedicato alla fotografia, uno alla poesia e uno all’illustrazione e al disegno. In essi si alterneranno sia autrici e autori affermati che altri da “scoprire”.
Non mentiremo dicendo che la notorietà non ci riguarda, ma non sarà mai l’unico nostro criterio per scegliere chi intervistare e accogliere.
Nelle pagine di “Professioni” affrontiamo questioni molto concrete e pratiche del lavoro artistico e creativo.
In “Fondamenta” trovate infine i materiali e gli studi di partner come la Fondazione Rossi e il suo prezioso lavoro di cura e storicizzazione.
Awand.org è infine lo spazio online a cui sono affidate le anticipazioni della rivista e quanto non può essere stampato (video e audio) o non trova spazio nelle pagine di carta.
Buona lettura.
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1. In copertina. Guido Scarabottolo
3. Presentazione
4. Intervista a Francesco Tullio Altan
10. Intervista a Carmen Pellegrino
14. Intervista a Elio De Capitani
20. Portfolio. La fotografia di Carmelo Eramo
28. Intervista a Federico Dragogna dei Ministri
32. La poesia di Alberto Casiraghy
40. Intervista a Guido Scarabottolo
44. Portfolio. I ritratti di Guido Scarabottolo
52. Intervista a Enzo e Lorenzo Mancuso
57. Professioni. Intervista a Alberto Zanchetta
60. Fondamenta. Intervista a Flaminio Gualdoni / Archivi Fodazione Rossi
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Che cos’è Awand? È un oggetto tangibile, fatto di carta e inchiostro. Una rivista, trimestrale e a tiratura limitata, con lunghe interviste ad autrici e autori che agiscono nell’ambito delle arti e della creatività. Vogliamo conoscere la loro formazione, la carriera, la poetica, il metodo e soprattutto le motivazioni: vogliamo capire perché queste persone suonano, dipingono, filmano, scrivono, eccetera. Vogliamo osservare il processo creativo per scoprire le urgenze che fanno nascere le opere, i suoni, le azioni.
Intervisteremo uomini e donne in grado di raccontare storie interessanti, anzi, il cui lavoro è interessante, perché noi siamo quello che facciamo. Persone che usando i linguaggi delle arti innescano riflessioni, mettono in dubbio le nostre certezze, ci rendono (anche solo un po’) più consapevoli di chi e cosa siamo, di cosa facciamo, di quello che succede dentro e intorno a noi tutti.
Lo faremo cercando di non scivolare nel mainstream più scontato e di non serrarci in una nicchia angusta e asfittica, attraversando i linguaggi e i generi, così da tenere insieme arti visive e musica, fumetto e cinema, teatro e letteratura... senza pregiudizi e senza considerare un linguaggio più importante di un altro.
Vogliamo farlo evitando il gergo autoreferenziale, per iniziati, di molta stampa specialistica. Vogliamo parlare in maniera chiara e semplice anche quando si affrontano temi profondi e complessi.
Vi sembrano intenzioni, argomenti e strumenti poco alla moda, vero? Intorno a noi tutto è impalpabile più che digitale, tutto va a velocità folle scivolando sulla superficie, sfiorando piccole e grandi questioni, consumando idee, merci, esistenze. Noi vogliamo invece renderci corpo estraneo di questa bulimia informativa. Vogliamo respirare profondamente e dedicare il giusto tempo alla lettura, eliminando le distrazioni, anche quelle grafiche. Vogliamo dare la giusta attenzione alle cose.
Awand si pronuncia auànd e non è una parola esotica. Nel dialetto pugliese significa letteralmente agguanta, afferra, ma in senso figurato significa fai attenzione. Esortazione e auspicio allo stesso tempo.